Pordenonelegge: bambini e schermi, sovraesposizione sui social

Due appuntamenti sulla salute digitale oggi: alle 15 nell'Auditorium della Regione il rischio di "sharenting" quando i genitori sovraespongono i figli online. Alle 16.30 a Palazzo Montereale Mantica l'incontro dedicato al programma di educazione digitale familiare con i "custodi digitali" per favorire l'uso degli schermi tra i bambini, dalla nascita con il coinvolgimento delle famiglie

La passione per la condivisione e per i social travolge sempre più i genitori e con loro i figli. Papà e mamme, invece di fare da angeli custodi dei propri figli, rappresentano sempre più spesso il problema: l’abitudine di condividere online (share) informazioni, immagini e video dei bambini da parte proprio dei genitori (parents) è  almente diffusa da meritarsi un neologismo: sharenting. A tale proposito Gianluigi Bonanni ha scritto un libro dedicato proprio a questo fenomeno “Sharenting. Genitori e rischi della sovraesposizione dei figli online” che l’autore presenterà a Pordenonelegge mercoledì 13 alle 15 nell’Auditorium della Regione, presentato da  Massimiliano Pastrovicchio. Da anni Gianluigi Bonanomi gira l’Italia con seminari e workshop sull’uso consapevole della tecnologia. Nel corso del tempo si è però reso conto che il focus andava spostato dai ragazzi ai genitori, gli immigrati digitali. Con il termine “sharenting” si intende il fenomeno della condivisione online  costante da parte dei genitori di contenuti che riguardano i propri figli/ e (foto, video, ecografie). Nel libro – così come durante la presentazione – Bonanomi darà consigli pratici e indicazioni pragmatiche ai genitori. L’appuntamento è realizzato in collaborazione con la Biblioteca del Consiglio regionale e con il Consiglio regionale. “Da  anni collaboriamo con Pordenonelegge. Per questa edizione abbiamo individuato questa tematica a cui tiene molto il presidente del Consiglio Regionale, Mauro Bordin. La tutela dei diritti delle persone, specie minori, è uno degli ambiti in cui più il Consiglio regionale è attivo attraverso le attività del Garante dei diritti della persona” spiega Massimiliano Pastrovicchio referente della Biblioteca, istituzione con un patrimonio librario di 50mila volumi e 300 riviste di settore, specializzata nell’ambito giuridico, a servizio non solo dei consiglieri regionali e dei funzionari, ma anche delle università (Udine e Trieste), studenti e tutti i cittadini (a cui vengono messi a  disposizione non solo i libri ma anche le banche dati giuridiche). 

Non può certamente sfuggire l’intensa e multiforme attualità di questo libro “Bambini, schermi e benessere” che coinvolge tutta la comunità, se non altro per entrare nel vivo dell’immensa panoramica degli schermi che accompagnano oggi in vario modo, dal tempo libero al lavoro, la vita di ogni persona, spesso a partire dalla  ascita. E’ così, se si pensa come alcune giovani neomamme non si neghino il piacere di tenere il telefonino in una mano, mentre con l’altra porgono il seno o il biberon al neonato bebè, al quale è negato in questi momenti, fra i più straordinari della vita, lo sguardo diretto e dialogante di colei che lo tiene tra le braccia dopo averlo tenuto per nove mesi nel suo grembo. Sarà presente, accanto alle presentatrici dell’incontro del 13 settembre a Pordenonelegge, alle 16.30 – Palazzo Montereale Mantica, anche Marco Grollo, formatore e consulente dell’Associazione Media, Educazione e Comunità. Il libro segnalato offre, come lui stesso sottolinea, con  l’eloquenza del titolo l’ampiezza di una tematica appunto di notevolissima attualità. E a lui, intensamente dedito all’approfondimento di questo tema in relazione al benessere digitale dei bambini, abbiamo chiesto di raccontarci come è nata l’iniziativa “Custodi digitali”. Ci ha pertanto spiegato che si tratta di un programma di educazione digitale familiare che mira a favorire il bambino rispetto all’utilizzo degli schermi dalla nascita, con il coinvolgimento attivo della famiglia. Cerca di dare concreta attuazione alle indicazioni della Società Italiana di Pediatria relative all’utilizzo delle tecnologie digitali e assegna al pediatra di famiglia un ruolo centrale. E’ stato sviluppato nel 2020 in collaborazione con gli oltre 110 pediatri della regione FVG, con gli educatori della prima infanzia, insegnanti, genitori, Servizi Sociali e Sanitari, secondo un approccio di Comunità. E così il bambino, centro dei nostri pensieri e delle nostre attenzioni, oggi è pure al centro fin dalla nascita dell’educazione digitale affidata alla famiglia e alla comunità.Flavia Sacilotto