Pordenone
Pordenone: 100 anni del Mulino
Edificato nel 1923, quando venne fondata la Società di Macinazione, negli anni Cinquanta il molino era passato sotto l'egida della famiglia Zuzzi, guidata dal patron Giampaolo. Oggi ne sono a capo i fratelli Marco (presidente) e Valentino (amministratore delegato), rappresentanti della terza generazione. Un secolo per maturare esperienza e conoscenza
Un autentico pezzo di storia della città, il primo molino elettrico dell’intero Friuli Venezia Giulia: alto e squadrato, ormai centenario, è l’edificio che spicca più di ogni altro quando si raggiunge Pordenone con il treno. Nel tempo, tuttavia, il prolifico bacino operativo che ruota intorno alla struttura si è trasformato, mettendosi anche a disposizione della collettività e dando spazio ad aree dedicate all’università e a spazi commerciali.
“Cento anni costituiscono un traguardo unico, enorme e importantissimo per qualsiasi attività, soprattutto in campo imprenditoriale. Sono tantissime, infatti, le realtà che nascono e crescono, ma poi non sempre riescono a raggiungere traguardi così significativi. L’augurio è che questa giornata di festa rappresenti non un traguardo finale, ma l’inizio di tante altre belle avventure”. Lo ha sottolineato, nel Centro logistico Molino Pordenone di viale Zanussi a Pordenone, il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Mauro Bordin, ospite della cerimonia organizzata per celebrare i 100 anni di vita del molino, archiviata con lo slogan “Un secolo di storia da festeggiare insieme”.
“Va dato merito a chi inizialmente aveva avuto l’idea – ha aggiunto il vertice dell’Assemblea legislativa Fvg – ma, soprattutto, alla famiglia Zuzzi che ormai da tre generazioni gestisce questa azienda, sempre con uno spirito legato a prospettive di miglioramento. Oggi, infatti, può vantare un fatturato che va oltre i 40 milioni di euro e occupa più di 40 addetti, confermando una forte volontà di investire e di crescere ulteriormente”.
Edificato nel 1923, quando venne fondata la Società di Macinazione, negli anni Cinquanta il molino era passato sotto l’egida della famiglia Zuzzi, guidata dal patron Giampaolo. Oggi ne sono a capo i fratelli Marco (presidente) e Valentino (amministratore delegato), rappresentanti della terza generazione. Un secolo per maturare esperienza e conoscenza, insieme a saggezza e passione, per rimanere sempre al fianco dei professionisti della panificazione, della pasticceria e della pizzeria con prodotti che nascono da ricerca e innovazione, selezione delle migliori materie prime e rispetto del valore della nutrizione.
“Questa storia virtuosa – ha precisato Bordin – dimostra che le tre generazioni non hanno mai perso quell’originaria voglia di credere nelle attività economiche del Fvg. In questo caso specifico ci troviamo di fronte a un eloquente esempio di come si possa fare impresa di qualità con obiettivi sempre più ambiziosi e la nostra regione ha bisogno di queste realtà”.
La kermesse è stata aperta dalle osservazioni del sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, seguito dagli interventi dell’assessore regionale a Infrastrutture e Territorio, Cristina Amirante, e del collega di Esecutivo con deleghe ad Attività produttive e Turismo, Sergio Emidio Bini. Presente anche il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti.
L’evento si è successivamente sviluppato con il talk show “Cento:
farina del nostro sacco”, moderato da Loris Comisso, nel corso del quale la pluricampionessa olimpica ed ex deputato Manuela Di Centa, insieme al campione iridato di Spagna 1982, Antonio Cabrini, ha raccontato le emozioni e gli insegnamenti legati al principio del fare squadra per avere successo.
“Il mondo dello sport – ha spiegato il difensore azzurro che, insieme ai suoi compagni, a Madrid ha fatto esultare tutta l’Italia – ha sempre collaborato e fornito esempi importanti al mondo del lavoro e dell’imprenditoria. Nel 1982, restando in tema di molini, avevamo un condottiero come il friulano Enzo Bearzot che ci ha aiutato a combattere quelli a vento proprio come Don Chisciotte e a vincere il Mondiale”.
“Sono particolarmente emozionata – ha premesso invece Di Centa – perché immagino mio padre che ha fatto il fornaio per tanti anni e ha ricevuto queste stesse farine. Nei momenti di difficoltà si vedono le grandi famiglie e questo evento meraviglioso certifica
100 anni di grande lavoro e di grande amore verso la propria terra, verso la propria famiglia e verso quella allargata che sono i clienti”.
“Il legame con il territorio – ha concluso Bordin, prima di consegnare il sigillo del Consiglio regionale alla famiglia Zuzzi, direttamente tra le mani del capostipite Giampaolo – è fondamentale e viene dimostrato dalle collaborazioni con panifici, fornai e tante altre attività del Fvg. Oltre ai 700 clienti e a un portafoglio importante che conferma il concreto radicamento territoriale”.