Bibione: i vescovi Antoniazzi e Pellegrini, una messa per la pace

"Dobbiamo pregare per la Pace un dono da meritare da Dio."

Mercoledì 19 luglio la parrocchia e la comunità tutta di Santa Maria Assunta di Bibione ha ospitato S. E. Mons. Ilario Antoniazzi arcivescovo di Tunisi per la consegna dell’ottava edizione del Premio “Luigi Padovese”. Ha preceduto l’incontro della consegna del premio la concelebrazione Eucaristica per la pace avvenuta nella parrocchiale, presieduta da mons. Antoniazzi, con il vescovo Giuseppe Pellegrini, il parroco don Enrico Facca e i sacerdoti che durante la stagione estiva collaborano in parrocchia. Una celebrazione toccante, coinvolgente accompagnata dal canto del coro parrocchiale e dal suono imponente dell’organo.Mons. Antoniazzi nell’omelia ha introdotto dicendosi di vivere “Un momento di respiro, tra chi è da una parte chi dall’altra del Mediterraneo per ricordare il caro don Luigi Padovese”.E il ricordo di don Luigi barbaramente ucciso nella terra in cui testimoniava il Cristianesimo è stato un filo costante del dire di mons. Antoniazzi, che ha apprezzato commosso il suo arrivare in chiesa al suono delle campane che a Tunisi non ode mai, ha apprezzato i tanti banchi fuori della chiesa, a Tunisi non possono esserci. In lui si è avvertita la gioia del sacerdote partito dalle nostre terre dove la fede è libera. Per tornare al ricordo di don Luigi Padovese mons. Antoniazzi ne ha apprezzato il testimone fedele, logico fin alla morte, che ha testimoniato con il suo sangue. Poi parole sulla persecuzione del Cristianesimo oggi nel mondo, “anche l’ONU la riconosce la religione più perseguitata, persecuzione silenziosa, di cui non si parla, è il sangue dei martiri, il sudore di sangue come Gesù nel Getsemani. Che si farà seme”. “Ammiro il loro eroismo”.”In Tunisia ho imparato a fortificare la mia fede da chi la vive nel nascondimento. Tre siamo a Tunisi le religioni monoteiste, invitate lo scorso maggio da Kais Saied. Tre religioni che si riportano ad Abramo. Dobbiamo conoscerci, perdonarci, ma c’è una grande differenza tra le tre, i Cristiani chiamano Dio solo “Amore”, i mussulmani gli danno 99 titoli per arrivare all’Amore. I Cristiani devono testimoniare, perdonare e se non c’è un Vangelo che può entrare nelle case dei cristiani di Tunisi quel Vangelo sono solo i testimoni. Dobbiamo pregare per la Pace un dono da meritare da Dio.””Coraggio ci vuole a essere Cristiani oggi. Restiamo in contatto con la preghiera!”Maria Luisa Gaspardo Agosti