Cultura e Spettacoli
Buon compleanno maestro CIOL!
Auguri al maestro della fotografia Elio Ciol che oggi, 3 marzo, compie 94 anni. L'intervista: dalle nuove tecnologie per la fotografia alla guerra russo-ucraina
Elio Ciol compie 94 anni. Lo incontro nel suo studio e mi racconta dei suoi traguardi e dei suoi progetti. Mi spiega: «Spero proprio di poter inaugurare una nuova mostra. Questa volta mi piacerebbe presentare le mie più belle foto di documentazione artistica. Ho cercato di vedere con occhi nuovi gli affreschi di Giotto e del Pinturicchio in Umbria, gli artisti friulani, le sculture di Donatello a Padova e a Firenze, i grandi quadri di Marc Chagall conservati a Nizza e quelli di William Congdon a Buccinasco, in Lombardia. Mi piacerebbe far conoscere anche questo capitolo della mia carriera professionale». Ciol ha lavorato a lungo su questo versante. Negli anni Sessanta e Settanta ha fotografato a tappeto i beni culturali della nostra regione, raccogliendo un archivio sterminato, che si è rivelato particolarmente utile negli anni Ottanta, quando si rese necessario intervenire sulle sculture, gli edifici e i dipinti devastati dal sisma del 1976. Grazie alla competenza acquisita, si è poi avvicinato ai grandi capolavori italiani e internazionali. Ricorda: «Agli inizi degli anni Novanta ho avuto occasione di conoscere sir John Pope Hennessy, il grande studioso inglese del Rinascimento italiano. Gli ho fatto vedere le mie fotografie dell’altare della chiesa del Santo di Padova, realizzato da Donatello attorno alla metà del Quattrocento. Forse è in quel momento che ho compreso pienamente la mia capacità di vedere l’arte in maniera nuova: Pope Hennessy mi ha detto che conosceva da sempre quei bronzi di Donatello, eppure mi rivelò che glieli stavo facendo vedere in maniera totalmente inedita. Per me è stata una bella soddisfazione».
Negli anni Ciol ha frequentato molti artisti, ma forse quello con cui è entrato in maggiore sintonia è stato il pittore statunitense William Congdon. Non ha solo fotografato gran parte dei suoi quadri, ma ha cercato di comprenderlo a fondo: «Un giorno sono andato a trovarlo nel monastero benedettino dove abitava e lavorava. Più o meno consapevole dell’importanza del suo gesto artistico, del fatto che il modo in cui dipingeva esprimeva il suo rapporto con la realtà, mi sono messo in silenzio dietro a lui e ho cominciato a fotografarlo, cercando di essere il più discreto possibile». Il risultato, alcune delle più belle immagini di un artista contemporaneo nel suo atto creativo.
Elio Ciol riflette anche sul presente: «Una ferita profonda di questi tempi è la guerra che contrappone la Russia e l’Ucraina. L’ultima grande mia mostra l’ho allestita prima a Mosca e poi a Ekaterinburg. In quell’occasione ho potuto constatare la grande sensibilità del popolo russo per l’arte e il forte interesse che ha per l’Italia. Spiace dover constatare che ora i rapporti culturali fra i due paesi si sono raffreddati. La guerra è un dramma, sotto tanti aspetti».
Chi lo frequenta, conosce anche la proverbiale modestia di Elio Ciol, che si è sempre definito un semplice artigiano della fotografia. Aperto, tuttavia, alla novità: «La macchina fotografica è uno strumento che ho sempre maneggiato: i corpi, gli obiettivi, le pellicole sono stati il mio pane quotidiano per moltissimi anni. Ho dovuto misurarmi con la luce, i tempi di esposizione, con i diaframmi. Perciò rimango stupito dinanzi alla nuova tecnologia digitale. Non vivo nel rimpianto della vecchia tecnica fotografica, anzi guardo con grande interesse a queste nuove apparecchiature, che permettono alle nuove generazioni di fotografi di raggiungere risultati davvero interessanti».
Marco Pelosi