Pordenone: a Eva Orbanz e Stella Dagna il premio Jean Mitry

Dopo una giornata di proiezioni sarà consegnato venerdì 7 ottobre alle 21 nel Teatro Verdi il Jean Mitry Award che dal 1986 viene conferito durante le Giornate del Cinema Muto e con il sostegno di Fondazione Friuli, a personalità o istituzioni che si sono distinte per il recupero e la valorizzazione del patrimonio cinematografico muto

Nell’ambito delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone viene assegnato ogni anno a personalità e istituzioni che si sono distinte nell’opera di recupero e valorizzazione del patrimonio cinematografico il premio internazionale Jean Mitry. Istituito dalla Provincia di Pordenone nel 1986, dal 2017 è sostenuto dalla Fondazione Friuli presieduta da Giuseppe Morandini. Il premio, giunto alla sua 37ma edizione, sarà consegnato venerdì 7 ottobre dall’avvocato Bruno Malattia, vicepresidente della Fondazione Friuli, durante la cerimonia in programma alle 21 al Teatro Verdi di Pordenone. I vincitori dell’edizione 2022 sono due donne: Eva Orbanz e Stella Dagna (in foto).

Nata a Berlino nel 1942, Eva Orbanz dal 1966 ha lavorato in Germania presso il Deutsche Film- und Fernsehakademie Berlin (dffb), sviluppando un forte interesse per la produzione cinematografica e per la storia del cinema. Si è formata come archivista alla Royal Cinémathèque di Bruxelles e al British Film Institute di Londra. Dal 1973 al 2007 ha lavorato alla Deutsche Kinemathek – Museum für Film und Fernsehen di Berlino, prima ricoprendo diversi incarichi fino alla nomina, nel 1982, di conservatrice presso il dipartimento film. Dal 2008 è conservatrice senior [SC1] per i progetti speciali. Nel corso degli anni, ha collaborato a molti eventi, progetti, pubblicazioni e conferenze, sia per la Deutsche Kinemathek che per il Goethe Institute. È stata membro di giuria ai festival internazionali di Nyon (Svizzera), Chicago (USA) e Kalamata (Grecia). Nell’ambito della FIAF (Federazione Internazionale degli Archivi di Film) è stata eletta nel comitato esecutivo, di cui ha fatto parte dal 1981 al 1989, quindi segretario generale (dal 1989 al 1995) e presidente (dal 2003 al 2009). Dal 2009 è membro onorario della FIAF e dal 2012 membro onorario della Cineteca nazionale di Pechino.

Archivista e restauratrice, Stella Dagna dopo la laurea in filosofia e il dottorato di ricerca in Storia delle arti figurative e dello spettacolo, ha lavorato per quindici anni alla Cineteca del Museo Nazionale del Cinema di Torino, dedicandosi in particolare alla collezione di cinema muto. Nel corso della sua vita d’archivio ha co-curato più di un centinaio tra preservazioni e restauri, soprattutto dedicati alla affascinante e talvolta ‘difficile’ produzione muta italiana. Tra i progetti cui ha lavorato: il restauro e la diffusione dei film sopravvissuti della serie Maciste interpretati da Bartolomeo Pagano, il restauro delle differenti versioni mute de Gli ultimi giorni di Pompei, la ricostruzione di Antologia di materiali neuropatologici di Camillo Negro (1908-1918), il piano di recupero di frammenti da identificare della collezione nitrato del Museo. Inseguendo il modello professionale di ‘archivista-ricercatore’, ha riservato una attenzione speciale alle politiche di collaborazione con studiosi e appassionati, promuovendo una cultura di archivio aperto. Dal 2009 collabora con l’Università di Torino. Nel 2010 ha partecipato all’internship presso il laboratorio Cineco di Amsterdam per il perfezionamento dei professionisti nel settore degli archivi audiovisuali, coordinato dalla Haghefilm Foundation.

La retrospettiva Ruritania, che avrà un seguito nella prossima edizione delle Giornate e di cui già si sono visti molti film, è al centro della serata di venerdì 7 ottobre, con il collaudato programma che intreccia fiction e documenti storici. Three Weeks del 1924, regia di Alan Crosland, non era mai uscito in Italia e l’unica copia conosciuta era al Gosfilmofond di Mosca. La protagonista è la regina di un paese balcanico, insoddisfatta del proprio matrimonio, che cerca e consuma una relazione con un uomo più giovane. La combinazione di passione-lotta di potere, ieri come oggi, è sempre una carta vincente: ai tempi del film era peraltro ancora vivo il ricordo dell’assassinio del re Alessandro I di Serbia e della sua consorte, e della Regina, così viene sempre genericamente definita dalla sceneggiatura, viene sottolineata la natura slava, nell’opinione comune passionale e violenta. Tutt’altra Ruritania è quella del corto precedente, His Royal Slyness del 1920, diretto da Hal Roach e interpretato da Harold Lloyd, una garanzia di qualità. I soggetti di questi regni da operetta davano ampio spazio alla satira e qui si calca sfrenatamente la mano. Variety definì il film “di gran lunga la migliore comica mai realizzata da Lloyd, tale da suscitare genuine, viscerali e irrefrenabili risate”.

Prosegue venerdì anche la retrospettiva Norma Talmadge: alle 10.45, Within The Law (L’onestà vittoriosa, 1923) di Frank Lloyd in cui l’attrice ha due ruoli che non sono però di due personaggi diversi, ma uno unico, quello di una donna ingiustamente incarcerata che da questa esperienza viene radicalmente trasformata. La sceneggiatrice è Frances Marion, che fu la prima donna a vincere l’Oscar nel 1930, ne vinse un altro nel 1932, autrice di centinaia di sceneggiature; fu anche corrispondente di guerra, scrittrice e regista e il programma di venerdì 7 ottobre, alle 14 al Teatro Verdi, le rende omaggio con la proiezione del secondo dei due film da lei diretti, Just Around The Corner del 1921. Il film racconta degli sforzi di una povera vedova malata che lotta per garantire ai due figli una vita onesta; il tema è trattato però convenzionalmente e moralisticamente il che è piuttosto strano se pensiamo che la regista e la sceneggiatrice nella vita privata erano due note e agguerrite femministe.

Da non perdere per la sezione Il Canone Rivisitato, alle 16.30, Manolescu del 1929 di Viktor Tourjansky la prima grande produzione che il regista ucraino realizzò in Germania dopo esser stato assistente di Abel Gance in Napoléon. Il film è ispirato alla storia di un truffatore rumeno di cui molto si era occupata la cronaca berlinese a cavallo tra 800 e 900 ed ha grandi interpreti come Ivan MosjoukineBrigitte HelmHeinrich GeorgeDita Parlo accanto a un grande direttore della fotografia come Carl Hoffmann che aveva lavorato alle grandi produzioni Ufa di Lang e di Murnau.

Il programma online, su MYmovies, propone alle 21 Manolescu (1929) di Viktor Tourjansky.

Il programma completo su www.giornatedelcinemamuto.it.