Luigi Busà primo oro olimpico italiano nel karate, si racconta contro il bullismo

Appuntamento venerdì alle 11 con il 34enne oro olimpico, leggenda vivente del karate, che ha raccontato la sua storia nel libro "La forza e il controllo". L'autore ne parlerà venerdì a Pordenonelegge intervistato da Cristina Savi

Ad Avola, da bambino, lo chiamavano “arancina con i piedi” perché a 12 anni pesava 90 chili. Oggi, Luigi Busà, 34 anni, è una leggenda vivente del karate: primo oro olimpico in assoluto della disciplina (a Tokyo, il 6 agosto 2021), ha vinto tutto.

Eppure ha rischiato molte volte di perdersi e nel libro La forza e il controllo (Longanesi), che ha un sottotitolo ancor più significativo, “lezioni di vita sul tatami” – e che sarà presentato a Pordenonelegge venerdì 16 settembre alle 11 – presentato da Cristina Savi -, nel convento di San Francesco, racconta proprio il lungo percorso che ha portato un bambino pieno di rabbia e paure a conquistare un traguardo all’apparenza inarrivabile.“Il karate mi ha salvato la vita – scrive Luigi – perché mi ha dato un campo di battaglia. Io avevo la guerra nella testa e ho capito che se avessi combattuto lì, sul tatami, nel rispetto delle regole, avrei ottenuto qualcosa che fuori non mi sarebbe stato possibile raggiungere: dare forma alla mia irrequietezza, alla mia ribellione. Dare un senso al mio combattere. Trovare il mio riscatto”. Ma ci è voluta tutta la disciplina e la tenacia del mondo (“alle cinque e mezza del pomeriggio, qualsiasi cosa stessi facendo, con chiunque fossi, dicevo “devo andare” e correvo in palestra”) per non perdersi, per sopportare i sacrifici. E la passione grande, inesauribile, naturalmente, per il karate, che gli è stata trasmessa dal padre Nello, maestro di questo sport ed ex tecnico della Nazionale giovanile. Luigi ha respirato karate da quando aveva tre anni, “buttato” letteralmente sul tatami. Nel 2006, a 19 anni, è diventato il più giovane campione del mondo della Wordl Karat Federation, titolo che ha vinto di nuovo nel 2012. Ha nel suo palmares 11 medagli in Premier league, di cui 7 ori, è stato tredici volte campione italiano nei 75 chilogrammi.

Dal karate Luigi si è lasciato trasformare. Era un bambino bullizzato perché in sovrappeso, poi è stato un adolescente ribelle cresciuto nella non facile provincia del Sud Italia e convinto che valesse solo la legge del più forte. Per fortuna, più forte di qualsiasi cosa, per lui, è sempre stato il richiamo del karate. E dal karate ha imparato la tenacia, la disciplina, il controllo della forza brutale che ribolliva in lui. “È il motivo per cui quando mi capita di parlare ai giovani – scrive – consiglio sempre a tutti di fare sport. Non importa quale, perché tutti esigono rispetto delle regole e disciplina, due cose che nel mondo di fuori è difficile trovare”. E così Luigi grazie al karate è cresciuto come atleta ma soprattutto come persona: è una grande storia sportiva e di formazione, la sua. E un invito a credere in se stessi, sempre e comunque.