Domenica 18 a Pordenonelegge: il prof. De Zan con il suo libro su “Gesù. Il figlio del falegname”

Il libro viene presentato a Pordenonelegge domenica 18 settembre, alle ore 16.15 nella concattedrale di S. Marco di Pordenone in dialogo con il Direttore artistico del festiva, Gian Mario Villalta

Dopo essersi impegnato con due notevoli manuali per l’università nel 2021, ora il prof. d. Renato De Zan ha pensato bene di pubblicare un’opera divulgativa dal titolo Gesù, il figlio del falegname. Due parole semplici sul Gesù storico, Edizioni Messaggero, Padova 2022. Il libro viene presentato a Pordenonelegge domenica 18 settembre, alle ore 16.15 nella concattedrale di S. Marco di Pordenone.E’ bene comunque chiarire alcuni punti:

1. Non è prudente lasciarsi ingannare dal titolo. È vero, il libro è presentato con un linguaggio piano, ma richiede una certa attenzione.Non è un testo devozionale. Non è neppure un libro di fede come l’opera di Benedetto XVI, ma è un libro “per la fede”.È un testo di analisi storica fatta da un addetto ai lavori. Nel web e anche in stampa ci sono diverse pubblicazioni scritte da “dilettanti”, persone alle volte appassionate, ma senza una preparazione scientifica idonea (a titolo di esempio: teologi dogmatici, filosofi, giornalisti e… agronomi!).Pur essendo un libro di divulgazione, è stato sottoposto alla “peer review” (revisione alla pari), cosa alla quale non vengono sottoposte le opere dei “dilettanti”. Questo significa che l’opera viene presa in esame da un altro competente che non conosce l’autore, il quale, a sua volta, non conosce l’esaminatore. Ottenuta l’approvazione, l’opera viene pubblicata.

2. Si tratta di un libro pensato sia per i credenti sia per i non credenti. In modo particolare è stato pensato per chi ha poco tempo per leggere e desidera avere in mano gli elementi fondamentali del problema.Chi volesse, invece, accostarsi a una lettura più impegnativa può accedere agli otto volumi di J.D.G. Dunn e ai cinque volumi (altri due in preparazione) di J. Meier.Il prof. De Zan, in sei agili capitoli, offre una panoramica essenziale.

3. Nel primo capitolo il lettore trova una rassegna molto nutrita sull’indagine circa il Gesù storico così come si è sviluppata dal sec. XVIII ad oggi. Le tappe, senza essere troppo rigidi nella loro demarcazione, sono fondamentalmente tre: la First Quest (la “Prima ricerca”, dalla fine del sec. XVIII alla metà del sec. XX), la New Quest o Second Quest (la “Nuova o Seconda Ricerca”, orientativamente dal 1954 al 1984 ca.) ed infine la Third Quest (la “Terza Ricerca”, dal 1985 ad oggi). Qualcuno comincia a dire che siamo entrati nella Fourth Quest. Non è ancora così. Mentre tra la prima ricerca e la seconda c’è stata una rottura metodologica notevole come notevole è il superamento metodologico tra la seconda ricerca e la terza, non si vede onestamente ancora una rottura o un superamento tra la terza ricerca e un qualche cosa di odierno assolutamente nuovo.

4. Studiando seriamente la New Quest e la Third Quest si può dire che la metodologia della ricerca è diventata estremamente raffinata, precisa e robusta. L’insieme dei vari passaggi metodologici viene presentato nel secondo capitolo. Ogni singolo passaggio da solo non è probante, ma l’insieme di più passaggi offre allo studioso la certezza storica. Oggi la scienza storica e la scienza esegetica propongono due strade di ricerca. La prima riguarda – adoperando un linguaggio classico – la cosiddetta “critica esterna”. Si indaga su tutto ciò che è esterno ai documenti biblici cristiani: analisi critico-scientifica sulle testimonianze storico-letterarie semitiche e greco-latine su Gesù, coincidenze archeologiche con i dati evangelici, verifica storico-critica sui testi biblici e la loro “veridicità”. La critica interna, invece, si chiede quanto è possibile attraverso i testi evangelici risalire alle ipsissima verba (stessissime parole) o alla ipsissima vox (stessissima voce, intesa come concetti) di Gesù.

5. Nel terzo capitolo si indaga sulle fonti temporalmente vicine al sec. I a.C. Sono diverse: Thallo (storico samaritano), Giuseppe Flavio (storico ebreo), Svetonio (storico latino), Tacito (storico latino), Plinio il Giovane (uomo politico latino), Mara Bar Sarapion (padre siriano che scrive al figlio) e Luciano di Samosata (commediografo latino). Di fragilissimo valore storico – per non dire quasi nullo – sono le notizie del Talmud del sec. IV-V d.C. Trattando in modo critico-storico i documenti si ricavano diverse notizie. Gesù è vissuto all’inizio del sec. I d.C. Predicò, compì prodigi e formulò nuove leggi. Accusato dai Giudei, morì in croce all’epoca di Ponzio Pilato, sotto l’impero di Tiberio. I suoi lo predicano come risorto.Nel quarto capitolo si prendono in considerazione i dati evangelici e si comparano con i dati profani per stabilire epoca della nascita e della morte di Gesù. Il lavoro è, sotto il profilo storico, molto delicato. Tuttavia si può dire che i dati sono fruibili. Coloro che accusano, per esempio, Luca di essersi sbagliato, sono probabilmente fuori strada. Allo stesso modo sono probabilmente fuori strada coloro che pensano che Gesù non sia nato a Betlemme, bensì a Nazaret, perché veniva chiamato Gesù Nazareno o Nazoraio. Dietro a questa dicitura si nasconde l’appartenenza di Gesù alla discendenza davidica. Un gruppo di questi discendenti, tra cui Maria e Giuseppe, si era stabilito a Nazaret. L’espressione Gesù Nazareno o Nazoraio intendeva semplicemente dire che Gesù apparteneva a quel clan davidico, ma non che era nato lì. Gesù è nato a Betlemme nel 6 a.C., probabilmente nella bella stagione. È morto a Gerusalemme con ogni probabilità il 7 Aprile del 30 d.C.

6. Nel quinto capitolo l’autore guida il lettore nella ricomposizione della parabola dei vignaioli omicidi a livello del Gesù storico. Il percorso è impegnativo, ma alla fine del tragitto si scopre il duplice valore del testo. Quello voluto da Gesù e quello, ulteriormente arricchito, della chiesa nascente. La chiesa non ha fatto altro che evidenziare e sottolineare realtà presenti nel testo del Gesù storico. Nell’ultimo capitolo, vengono affrontate sotto il profilo storico le ricadute della risurrezione. Sappiamo che la risurrezione è un fatto avvenuto nella storia, ma a livello teologico è un avvenimento che appartiene all’escatologia. L’autore non ha voluto, giustamente, entrare in questa tematica teologica così ampia e delicata. Fedele al progetto iniziale, ha mantenuto la ricerca nell’abito storico. Ha esaminato tutte le obiezioni più importanti che si possono fare sulla serietà e la validità delle testimonianze offerte dai testi biblici. Dietro alle “ricadute” c’è un qualche cosa di eccezionale che le ha prodotte. Si tratta di ciò che i cristiani chiamano risurrezione.Auguriamo al lettore una buona lettura. C’è da arricchirsi parecchio. Auguriamo, inoltre, all’autore che possa trovare ancora del tempo per donarci altre opere interessanti e divulgative in ambito biblico. Forse un libriccino sulle pagine difficili della Bibbia potrebbe trovare posto nei suoi progetti.