Siccità: anche le api soffrono e hanno fame

Lo raccontano i coniugi dei Roncs di Castelnovo Silvia e Mirco, allevatori di apri: le hanno trovano meno fiori con il secco 

  Andiamo ai Roncs di Castelnovo, località privilegiata per l’eccellente presenza degli alveari dei coniugi Silvia e Mirco Muzzatti (nella foto a dx), negli scorsi anni pluripremiati per la straordinaria qualità e varietà del loro miele. Anzi, dei loro mieli, dato che in condizioni di normalità del clima sono molteplici le varietà floreali che nel susseguirsi delle stagioni danno luogo a svariate tipologie del prezioso prodotto.Ma ora, con il perdurare della siccità, sono venute meno le innumerevoli varietà di fiori dei campi e dei prati; si pensi alla sorte delle fioriture delle acacie, danneggiate dalle temperature troppo elevate già in primavera, quando, per fortuna, altri fiori campestri hanno consentito alle api un discreto bottino. E ora le preziose bottinatrici non trovano più fiori e purtroppo hanno fame: dopo la fioritura del tiglio, niente più è offerto dalla natura che oggi non ha risorse per loro. E così Silvia ci racconta della costante attenzione a fornire alle piccole api affamate di fiori adeguate quantità di sciroppo per mantenerle in vita. Inoltre hanno bisogno di acqua che loro stesse fanno circolare nell’alveare con l’incessante battito delle ali: un lavoro enorme che non finisce di stupire. Pertanto si predispongono pure dei contenitori con l’acqua in cui si inseriscono alcuni sassi perché le piccole alate vi possano trovare un appiglio. Oppure la si propone in argilla espansa. Ma sembra che le straordinarie lavoratrici vadano a bere in alcuni posti speciali nel bosco dove l’acqua è più ricca di sali minerali ed è certamente più preziosa per loro.Disorientate in modo drammatico dagli attuali squilibri stagionali, le piccole creature alate, di straordinaria sapienza, continuano ad andare avanti con prodigiosa resilienza. F. S