Pordenone
Pandemia e guerra riportano al centro l’agricoltura e la sovranità alimentare
Assemblea Coldiretti, Zolin: "Si riconoscano le nostre imprese centrali per la tenuta del Paese"
Con la pandemia e la guerra, il cibo è diventato centrale e di conseguenza l’agricoltura protagonista nel panorama economico e sociale”. Questo uno dei concetti espressi dal presidente della Coldiretti di Pordenone Matteo Zolin durante l’assemblea dell’associazione.Un contesto per approvare il bilancio consuntivo e preventivo, votati all’unanimità, ma soprattutto per disegnare le prospettive del settore primario a fronte degli scenari dettati dalle emergenze e dai conflitti.Presenti tra gli altri il direttore regionale e provinciale rispettivamente Cesare Magalini e Antonio Bertolla, numerosi presidenti degli enti territoriali, oltre ai dirigenti di base di Coldiretti che rappresentano l’intero territorio.”Le imprese agricole – ha aggiunto Zolin – sono state determinanti e lo saranno ancora di più nel sostenere il nostro paese. Abbiamo capito in poco tempo – ha rilevato – che la sovranità alimentare è una priorità che dobbiamo perseguire, anche se oggi c’è una forte spinta delle multinazionali per produrre carne sintetica e latte senza latte e cioè cibo iper processato. Su questo – ha concluso – faremo una grande battaglia”.Oltre alla pandemia e alla guerra Zolin ha parlato di altre emergenze come la siccità e la peste suina. Su quest’ultima ha affermato: “La peste è dei cinghiali e non dei suini ma se ci sono focolai ci fanno eliminare i suini mentre i cinghiali restano in circolazione”.Sulla crisi idrica ha evidenziato il forte lavoro di squadra svolto con il consorzio di bonifica Cellina Meduna. “Con i rinnovi dello scorso anno -ha detto- si è creato il clima per cui tutti devono lavorare con l’obiettivo di dare risposte alle imprese e al territorio, con un confronto costante e costruttivo con le istituzioni così come con tutti gli enti di rappresentanza”.Molti altri sono stati i temi trattati come la questione della crisi zootecnica e in particolare del comparto del latte, del fotovoltaico, dell’aumento dei costi di produzione che non corrispondono alle remunerazioni sulle produzioni.”Noi siamo schietti e leali – ha detto – ma pretendiamo che le nostre imprese e le nostre produzioni non siano merce di scambio. Il comune denominatore per tutti – ha ripetuto – è il cibo da qui dobbiamo ripartire, ragionare e costruire le strategie per una ripartenza considerando l’agricoltura – ha concluso – centrale e protagonista”.