Pordenone
Pordenone, 6 maggio: convegno “Ucraina, reagire insieme”
Le conseguenze del conflitto in Russia per le nostre realtà in un inocntro organizzato da Confindustria Alto Adriatico: il 6 ore 16 nella sede di Pordenone con Bonomi presidente Confindustria nazionale, Fedriga presidente Regione FVG, Agrusti presidente Confindustria Alto Adriatico, il giornalisti Rampini e Fontana
Confindustria Alto Adriatico invita associati e mondo politico – economico del Friuli Venezia Giulia a intraprendere un percorso comune per affrontare le complessità che, in questo caso, ha innescato un conflitto. Lo farà partendo da «UCRAINA, REAGIRE INSIEME – LA GUERRA E IL MONDO CHE SARÀ», straordinario tavolo di confronto sulle conseguenze economico-sociali e sulle possibili soluzioni per contrastarle derivanti da ciò che avviene oltreconfine, il
«Uniti ce la faremo, lo spirito è identico a quello con cui abbiamo affrontato la pandemia – ha detto Agrusti. Il mondo delle imprese, ne sono certo, sta reagendo e continuerà a farlo. È certamente necessario, però, e l’esperienza recente lo insegna, che i decisori pubblici, proprio com’è avvenuto per il Covid, attuino contromisure efficaci e rapide, che vi siano altrettanto rigore e coesione e che il peso della crisi venga equamente ripartito».
Tra i tanti temi in agenda il 6, anche quello energetico: «L’obiettivo che dobbiamo perseguire è recuperare autonomia; ciò non significa sostituire il gas russo con quello proveniente da Paesi che sono in grado di garantire stabilità interna, no. Serve un ripensamento di lungo periodo sul nucleare, uno molto più ravvicinato sullo sfruttamento delle risorse esistenti sul nostro territorio (Adriatico e Basilicata) e, infine, uno sullo sviluppo di fotovoltaico ed eolico». Ed è conseguentemente necessario, sostiene ancora il Presidente, «decidere se sia opportuno continuare ad arricchire i Paesi ai quali portiamo i nostri rifiuti affinché vengano trasformati in combustibile o, piuttosto, utilizzarli sfruttando una rete di termovalorizzatori di ultima generazione che potrebbe restituire all’Italia l’equivalente di 19 miliardi di metri cubi di gas. I conti sono presto fatti: ne estraevamo più o meno l’equivalente sino al Duemila, oggi siamo scesi a meno di quattro…».
