Pordenone
Giovedì 12 maggio a Pordenone: Tra fame e amore: la guerra dei giovani
Il nuovo libro di Piero Arena, vicepresidente dell’associazione Società Operaia di Pordenone, è una raccolta di brevi racconti che rappresentano storie di vita quotidiana. Tra le curiosità anche la storia del parroco di Erto, confessore di Edda Ciano. Il libro sarà presentato giovedì 12 maggio alle 18 a Palazzo Gregoris, con l’intervento dell’autore e di Gianantonio Collaoni, autore della prefazione, con le letture di alcuni brani a cura di Maria Pina la Marca.
La fame e l’amore sono i due motori che non smettono di spingere l’uomo alla sopravvivenza, nonostante la guerra. È intorno a questa riflessione che si sviluppa il nuovo libro di Piero Arena, vicepresidente della Storica Società Operaia di Pordenone, dal titolo “La guerra tra fame e amore” che verrà presentato giovedì 12 maggio alle 18 a Palazzo Gregoris a Pordenone.
Si tratta di una raccolta di racconti «che prendono spunto da fatti realmente accaduti oltre 70 anni fa – racconta l’autore – cioè durante la Seconda guerra mondiale, quando la fame creava angosce, tormenti e aguzzava la mente della gente la cui preoccupazione quotidiana era trovare qualcosa da mettere in tavola. L’altro tema trattato, l’amore, non conosceva ostacoli di alcun genere. Anzi, sarà stata l’aleatorietà del momento, il pericolo costante in cui si viveva il terrore della morte, tutto ciò spingeva le coppie innamorate ad affrontare situazioni inconcepibili in tempi normali».
A raccontare quest’ultima fatica letteraria sarà lo stesso autore intervistato da Gianantonio Collaoni, docente e già vicepreside del liceo classico di Pordenone, che ha realizzato anche la prefazione del libro, con la lettura di alcuni brani a cura di Maria Pina la Marca. «Raccontare gli anni difficili della guerra: è lo scopo che si è prefisso Piero Arena – spiega Collaoni – Lo fa attraverso due filtri che sostanziano la vita di ogni giorno, ma con i tratti tipici di quel periodo tragico: uno che ha a che fare con la pura fisicità, anche se poi la supera: la pancia, che, visti i tempi, era vuota, insomma la fame; l’altro riguarda i sentimenti, ma ha sicuramente riflessi corporei molto concreti: l’amore. I racconti scorrono davanti ai nostri occhi grazie a un linguaggio vivace, immediato, efficace».
I racconti raccontano le vite concrete, i giovani e ragazzi del tempo cresciuti durante il conflitto. Vi sono celati nelle pagine, anche fatti di storia che si incrocia con la Storia nazionale, come il racconto in cui protagonista è Edda Ciano figlia di Mussolini che ebbe come confessore don Pancino, parroco di Erto.
Piero Arena «propone con il suo linguaggio schietto senza filtri e privo di perifrasi, un caleidoscopio di emozioni vissute da uomini e donne che hanno vissuto periodi difficili. Il libro racconta soprattutto le speranze di una generazione destinata a convivere con guerre, miseria e privazioni. Stati d’animo costretti a nascere, crescere e talvolta a disperdersi da una partenza o, peggio, da un mancato ritorno. Microstorie di gente semplice destinate a svanire dal fluire del tempo anche se è dall’insieme di milioni di microstorie che si crea la “grande storia” che oggi conosciamo» conclude Mario Tomadini, presidente della Storica Società Operaia nel testo che completa la pubblicazione e che interverrà giovedì alla presentazione per portare un saluto.
La presentazione del libro è stata realizzata grazie al supporto della Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune di Pordenone, di Itas Assicurazioni, di Costam e di Coop Alleanza 3.0. L’ingresso è gratuito.
Nato a Tripoli da madre veneta e da padre siciliano, Piero Arena ha trascorso i primi anni giovanili, dal 1941 al 1945, a Pordenone tra allarmi aerei, bombardamenti e pericoli vari. Il dopoguerra si rivela ancor più triste e complicato: oltre due anni al campo profughi di Pozzallo (RG) in attesa di un rientro in Libia che non avverrà mai. Negli anni 1947/1949 è di nuovo a Pordenone per poi spostarsi a Roma dal 1950 dove completa gli studi e avvia la sua carriera nell’insegnamento. Nel 1981, vincitore di concorso, si stabilisce a Pordenone, dove tuttora risiede, come direttore didattico, preside e dirigente scolastico sino al 2002.