Domenica 29 maggio ricorre la 56° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali

Nel suo messaggio per la Giornata in questione, papa Francesco ha evidenziato come il verbo "ascoltare" sia fondamentale 

Domenica 29 maggio ricorre la 56° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali a cui papa Francesco ha dato il titolo “Ascoltare con l’orecchio del cuore”.Il verbo “ascoltare”, dopo aver riflettuto l’anno scorso sulla necessità di “andare e vedere”, è decisivo per chi vuole fare comunicazione perché frutto di un autentico dialogo. La pandemia e la guerra che stanno segnando questo periodo storico negli ultimi anni hanno riaperto questo tema dell’ascolto che ha avuto un importante sviluppo, anche tecnologico, in campo comunicativo: oltre ai numeri sempre molto grandi di ascoltatori radiofonici, si sono aggiunti e moltiplicate piattaforme di chat audio e podcast per tutti i gusti. D’altronde, uno dei desideri più grandi per ogni uomo e che spesso rimane nascosto, è quello di essere ascoltato: ciò interpella ciascuno a diventare ascoltatori, soprattutto di chi non ha voce, degli invisibili, dei ghost. Nel suo messaggio per la Giornata in questione, papa Francesco ha evidenziato come il verbo “ascoltare” sia fondamentale per la storia del popolo eletto: dapprima nel rapporto dialogico con Dio che ordina lo “Shema’ Israel – Ascolta, Israele” (Dt 6,4), e poi con Gesù che viene indicato da Dio stesso come colui che deve essere ascoltato. Le pagine dei racconti del Battesimo di Gesù e della sua Trasfigurazione sul monte Tabor ce lo ricordano. “Tra i cinque sensi – scrive papa Francesco – quello privilegiato da Dio sembra essere proprio l’udito, forse perché è meno invasivo, più discreto della vista, e dunque lascia l’essere umano più libero”.Dio però non è solo un parlatore ma anche un ascoltatore come ci ricorda la Genesi che, una volta creato l’uomo con la parola, “tende l’orecchio” per ascoltarlo. All’uomo è richiesto così di sintonizzarsi, di mettersi in ascolto della Parola che Dio gli rivolge: in fondo, dice ancora papa Francesco “L’ascolto è una dimensione dell’amore”.L’ascoltare è quindi il primo indispensabile ingrediente del dialogo e della buona comunicazione: in questo senso non si può comunica se non si è prima ascoltato e non si fa buon giornalismo senza la capacità di ascoltare. Per raccontare un evento, scrivere un articolo anche semplice per una rivista parrocchiale o descrivere una realtà in un reportage è essenziale aver saputo ascoltare, disposti anche a cambiare idea, a modificare le proprie ipotesi di partenza. Siamo chiamati come uomini e donne prima ancora di essere cristiani a porgere l’orecchio e ascoltare in profondità, soprattutto il disagio sociale accresciuto dalla situazione che la nostra società sta vivendo.L’ascolto non è solo un “lavoro” per qualcuno o un’attenzione che gli operatori di comunicazione devono avere: anche nella Chiesa, ci ricorda ancora papa Francesco, c’è tanto bisogno di ascoltare e di ascoltarci. È il dono più prezioso e generativo che possiamo offrire gli uni agli altri. Come Diocesi, siamo all’interno del cammino sinodale a conclusione della prima fase chiamata “dell’ascolto”: abbiamo sperimentato la difficoltà di fermarci e di ascoltarci ma abbiamo anche scoperto la “capacità del cuore che rende possibile la prossimità” (Evangelii gaudium 171)Don Davide BrusadinResponsabile Segreteria per la Comunicazioni