Ucraini: accoglienza a Pordenone. 19 posti letto anche in Seminario diocesano

Seminario: tra i primi ad aprire le porte delle loro strutture anche gli educatori del seminario ed i seminaristi presenti, che in brevissimo tempo hanno messo a disposizione diciannove posti letto, che per il susseguirsi di arrivi e partenze hanno consentito di ospitare fino al oggi oltre trenta persone.

Le cronache di questi giorni mostrano con insistenze, oltre i quartieri devastati dai bombardamenti, le colonne di profughi che fuggono dall’Ucraina dirigendosi verso i paesi confinanti , in particolare Polonia, Ungheria e Romania. Di questi almeno 50.000 sono giunti in Italia nelle prime settimane e continuano ad arrivare con flussi in aumento costante.Anche nel nostro territorio sono arrivate diverse centinaia di ucraini, in particolare donne e bambini, che hanno ricevuto accoglienza in vari modi, suscitando commozione e solidarietà.Al loro arrivo appaio profondamente provati dal lungo viaggio, per alcuni di oltre una settimana, dal ricordo delle case e dei propri cari lasciati nel turbine della guerra, dell’incertezza sul futuro, ospiti ad oltre mille chilometri dal loro paese.Diversi i locali messi a disposizione da numerose realtà che fanno parte della nostra diocesi e che sono preposti all’accoglienza sotto il coordinamento della Caritas, ed altri sono in corso di allestimento.Numerose Parrocchie e famiglie, in diverse zone hanno messo a disposizione strutture di cui non usufruivano ed anche locali nell’ambito del nucleo familiare.La Caritas diocesana coordina l’impegno delle varie realtà, mantenendo i contatti anche con le istituzioni pubbliche Prefettura, Questura Protezione Civile.In particolare, in questo momento si sono avviate collaborazioni con la comunità Comboniana di Cordenons, il seminario vescovile e Casa di Emmaus ad Azzano X e altre sono in corso di definizione.Sin dai primi giorni si è manifestata una grande disponibilità di vari soggetti ad accogliere le persone in arrivo.

SEMINARIOTra i primi ad aprire le porte delle loro strutture anche gli educatori del seminario ed i seminaristi presenti, che in brevissimo tempo hanno messo a disposizione diciannove posti letto, che per il susseguirsi di arrivi e partenze hanno consentito di ospitare fino al oggi oltre trenta persone.

COMUNITA’ COMBONIANADI CORDENONSAnche la Comunità Comboniana di Cordenons hanno concesso l’utilizzo della foresteria con cinque posti letto, che in più occasioni sono stati occupati.Da tenere conto che l’accoglienza presenta delle problematiche di non semplice soluzione, che devono essere risolte, come la difficoltà di comunicare, dell’assistenza sanitaria, dell’autonomia economica, di un accompagnamento ad ampio raggio delle persone ospitate, con la prospettiva di tempi di soggiorno che potrebbero essere lunghi.

CARITASDIOCESANA EPARROCCHIALIPer questo i volontari che operano nelle varie Caritas parrocchiali e foraniali, oltre al personale di Nuovi Vicini, cooperativa sociale che collabora con Caritas diocesana, hanno messo a disposizione la loro esperienza, oltre ventennale , nell’accoglienza di profughi provenienti da diverse parti del mondo in particolare, nell’ultimo periodo, dai Balcani.Siamo difronte ad un evento che non permette previsioni, sia per il numero di persone che arriveranno, sia per la durata nel tempo.Caritas diocesana ha trasmesso alle comunità parrocchiali, indicazioni ed aggiornamenti, su come procede l’accoglienza, quali sono i nodi da risolvere le prospettive attuali, ed eventuali servizi messi a disposizione e che possono essere consultati in caso di necessità.

COMUNITA’ CRISTIANACerto è che l’impegno che come comunità cristiana ci sarà chiesto, metterà a dura prova la nostra capacità di fare fronte alle difficoltà di un popolo che in questo momento è sconvolto dal coinvolgimento in una guerra scaturita da una “Barbara invasione” come l’ha definita il nostro vescovo Giuseppe.Per questo sarà necessario, che tutti i fedeli si sentano provocati e coinvolti, nel sostenere gli organismi, i volontari ed operatori chiamati a sostenere questi nostri fratelli nella sofferenza.Diacono Paolo ZanetCommissione Migrantes diocesano