Il vescovo Pellegrini alla commemorazione del Servo di Dio Giovanni Palatucci

La commemorazione al parco San Valentino. Palatucci, per le sue buone e coraggiose azioni, nel 1990 è stato proclamato “Giusto tra le Nazioni” e nel 2004, al termine del processo di canonizzazione, è stato proclamato “Servo di Dio”.

Nella mattinata di mercoledì 9 febbraio, alle ore 11 nel Parco “San Valentino” di Pordenone, si è svolta la commemorazione di Giovanni PALATUCCI, Questore di Fiume, “Medaglia d’Oro al Merito Civile” e riconosciuto “Giusto tra le Nazioni”, per aver salvato dal genocidio migliaia di ebrei stranieri ed italiani per onorare il suo sacrificio, nella settimana in cui ricorre tale anniversario.

Infatti lo scorso anno era  stato messo a dimora un “Liriodendro” o “Albero dei tulipani”, una pianta d’alto fusto, che raggiunge i 40 mt. di altezza ed un’età di circa 400 anni, al fine di “coltivare i valori della memoria e del ricordo”. 

La Questura di Pordenone e l’Amministrazione Comunale hanno scelto il Parco cittadino, particolarmente frequentato dalle famiglie, dai giovani, dagli studenti e dagli sportivi, come luogo emblematico ove celebrare il ricordo del valoroso Dirigente di Polizia.

Nel corso della Cerimonia, presenti  il Questore della Provincia di Pordenone Luca Carocci, il Prefetto di Pordenone Domenico Lione,  e il Vice Sindaco della città Emanuele Loperfido, i Comandanti Provinciali dell’Arma dei Luciano Paganuzzi e della Guardia di Finanza Davide Cardia e S.E. il Vescovo della Diocesi di Concordia-Pordenone Mons. Giuseppe Pellegrini è stato deposto un omaggio floreale” alla “targa” commemorativa, apposta ai piedi di un albero ivi piantumato, con la benedizione del Vescovo e l’intonazione delle note del “silenzio d’ordinanza”.

Giovanni PALATUCCI era nato a Montella (AV) il 31 maggio 1909 e all’indomani della promulgazione delle “leggi razziali” del 1938 era in servizio presso l’Ufficio Stranieri della Questura di Fiume, dove, divenendo altresì “Reggente” della Questura stessa, salvò la vita a migliaia di ebrei e persone perseguitate, fornendo loro documenti falsi e favorendone l’invio ad un “campo di raccolta” in provincia di Salerno, dove era Vescovo lo zio Giuseppe Maria Palatucci, che li prese sotto la propria protezione.

Il precipitare degli eventi, dopo l’8 settembre 1943, fece sì che PALATUCCI rimanesse solo a reggere la Questura di Fiume ed un anno dopo fu arrestato dalla Gestapo e, condannato a morte, la pena gli fu commutata nel carcere a vita.

Fu quindi internato nel campo di concentramento di Dachau, dove morì il 10 febbraio 1945, all’età neanche di 36 anni.

Per le sue “opere di bene”, nel 1990 è stato proclamato “Giusto tra le Nazioni” e nel 2004, al termine del processo di canonizzazione, è stato proclamato “Servo di Dio”.