Attualità
Partite le domande per chiedere l’assegno unico universale per i figli a partire dal 7° mese di gravidanza
Sostegno alla famiglie e alla genitorialità. Beneficio riconosciuto anche ai lavoratori autonomi
In poco più di due settimane, da quando è stata aperta la piattaforma Inps per fare richiesta per l’assegno unico, sono oltre 284mila le richieste per ottenere l’assegno unico universale. Secondo la ministra per la Famiglia Elena Bonetti con l’assegno unico, su 7 milioni di famiglie, 4,6 milioni avranno in media 1.600 euro in più l’anno. Il decreto legislativo, attuativo della legge delega n.46 di istituzione dell’assegno unico universale per figli a carico è stato pubblicato sulla G.U n.309 del 30/12/2020 e dal 1° gennaio alle 9.30 l’Inps ha aperto il sistema per inserire le domande.Quali sono i requisiti? Per poter beneficiare dell’assegno unico il richiedente deve essere, al momento della richiesta e per tutta la durata del beneficio: cittadino italiano, Ue, titolare di diritto di soggiorno oppure extracomunitario con permesso per soggiornanti di lungo periodo o permesso di lavoro o per motivi di ricerca superiori a sei mesi; soggetto al pagamento Irpef in Italia; residente e domiciliato in Italia; residente in Italia da almeno due anni o titolare di un contratto di lavoro di durata almeno semestrale.Quali sono i beneficiari? L’assegno è un contributo economico rivolto alle famiglie con figli a carico, per ogni figlio, dal 7° mese di gravidanza fino ai 21 anni di età, in base alle domande che vengono presentate all’Inps o agli istituti di patronato. Tale beneficio è progressivo dato che l’importo aumenta al diminuire dell’Isee. L’assegno, inoltre, può essere chiesto entro 120 giorni dalla nascita di un nuovo figlio, dal 7° mese di gravidanza e per ogni figlio a carico fino ai 21 anni di età. Una volta fatta la domanda, l’assegno è riconosciuto a decorrere dal mese di marzo e comunque entro 60 giorni dalla domanda ed è erogato mediante accredito su Iban oppure mediante bonifico domiciliato, tranne nel caso di beneficiari del Reddito di cittadinanza e non concorre alla formazione del reddito complessivo. Inoltre, per i mesi di gennaio e febbraio 2022, rimangono vigenti le detrazioni e gli assegni per il nucleo familiare e l’Assegno temporaneo già vigenti nel 2021. Ricordiamo anche che il decreto sull’assegno unico riconosce il beneficio a tutte le famiglie con figli, in sostituzione delle attuali forme di sostegno economico (assegni familiari detrazioni, bonus ecc.), a partire dal mese di marzo. Il nuovo assegno vale non solo ai lavoratori, ma anche ad autonomi, pensionati e disoccupati. L’importo varia da 50 a 175 euro al mese per ciascun figlio fino a 18 anni. Al compimento dei 18 anni i figli possono presentare direttamente la domanda al posto dei genitori. Per ottenere l’assegno fino a 21 anni, che va da un minimo di 25 a un massimo di 85 euro al mese, deve verificarsi una delle seguenti condizioni: frequentare un corso di laurea o di formazione; svolgere un tirocinio o un lavoro con un reddito complessivo inferiore a 8mila euro annui; essere registrato come disoccupato o in cerca di lavoro; svolgere il servizio civile. E coloro che hanno tra i 18 e i 21 anni? Non ci sarà invece nessun sostegno per i giovani inattivi o chiamati anche Neet (in inglese, not in education, enployment or training) tra i 18 e i 21 anni. L’obiettivo del legislatore, leggendo la legge delega, è di fare in modo che i giovani non diventino dei “bamboccioni” come diceva nel 2007 l’economista ed ex ministro delle Finanze Padoa-Schioppa, in un’audizione davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, suggerendo di incentivarli a lasciare la casa dei genitori. Questa è anche la linea seguita anche dal Family act, il disegno di legge delega all’esame del Senato (AS2459), del Pnrr e delle politiche di sostegno all’acquisto e all’affitto di un’abitazione approvate dal Governo. Basti pensare alla legge di bilancio per il 2022 che ha prorogato dal 30 giugno al 31 dicembre 2022 l’azzeramento di ogni tassazione dovuta per l’acquisto e il mutuo “prima casa” da parte di una persona fisica che non abbia compiuto 36 anni e che abbia un Isee non superiore a 40mila euro.Dispiace, infine, che siano state escluse dall’assegno unico le vittime di violenza domestica che, al contrario, necessitano di assistenza e aiuti economici che rappresentano un incentivo alla denuncia di dette violenze.