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Gigi Piccoli, presidente Cooperative: “La pandemia lascia una nuova consapevolezza nel guardare il mondo”
I punti fermi da cui partire in questo 2022: la competenza, la coesione, la leadership, la sostenibilità e l’innovazione
Una nuova consapevolezza nel guardare il mondo e le sue interconnessioni: questo uno degli aspetti lasciati dalla pandemia sui quali programmare il futuro secondo Luigi Piccoli, presidente di Confcooperative Pordenone.L’ente di categoria rappresenta 136 cooperative e 2 banche di credito cooperativo e, dopo aver celebrato i suoi 70 anni di vita alla fine dello scorso anno, ora si proietta nel 2022. “Stiamo uscendo – spiega Piccoli – da un periodo che passerà alla storia come la più grande emergenza epidemiologica dal Dopoguerra, che ha fatto emergere paure, difficoltà economiche e crisi sociali”.
Quali i punti fermi da cui ripartire?La competenza, necessaria in ogni ambito e senza la quale non ci sono possibili soluzioni né oggi né domani. E poi la coesione, perché nessuno si salva da solo e, in questo senso, dobbiamo essere orgogliosi della grande prova che abbiamo dato come organizzazione in questi mesi difficili. E inoltre la leadership, nel senso di avere la capacità di guidare un processo, leggere gli scenari, saper assumere delle decisioni, dare indirizzi. Ci sono poi altre due linee guida imprenscindibili. In primis la sostenibilità, intesa come attenzione valore ambientale-economico-sociale, che in particolare sta caratterizzando sempre più le cooperative agricole. E secondo, l’innovazione, partendo dall’ascolto e l’apertura agli altri.In tal senso cosa può dare ancora nel 2022 la cooperazione al territorio?La cooperazione sui territori è una palestra per fare impresa in comune. Il bene e la positività van fatti conoscere. I valori della cooperazione devono poter “contaminare” le nostre comunità e c’è bisogno, oggi più che mai, di sana cooperazione.Quali i “motori” trainanti di questo nuovo anno?I giovani, con il neocostituito Gruppo giovani di Confcooperative Pordenone che vivrà in queste settimane i primi incontri. C’è preoccupazione per l’occupazione giovanile, non lo dimentichiamo, ma progetti già avviati ci permettono di guardare al futuro anche con fiducia: per esempio il servizio civile universale nelle cooperative sociali del Consorzio Leonardo vede un 40% di giovani partecipanti che alla fine viene assunto nelle stesse realtà dove hanno prestato servizio. E ovviamente le donne con, per esempio, le nuove cooperative di comunità appena sorte nella zona montana le quali, a maggioranza femminile, proprio nel 2022 vedranno la loro piena operatività. In ogni caso alle donne cooperatrici, che sono numerose in particolare nella cooperazione sociale, deve essere favorito un maggior coinvolgimento negli organi amministrativi.Qualche dato di fine 2021 su cui “immaginare” il nuovo anno?Il focus che ha realizzato per noi il professor Daniele Marini, docente di Sociologia dei processi economici e del lavoro all’Università di Padova, prospettava nel secondo semestre 2021 una crescita sul mercato interno per il 36,3% delle nostre associate mentre chi esporta stava vivendo con preoccupazioni le tensioni internazionali. Ripartiamo da queste tendenze, senza però dimenticare la nostra dimensione non solo economica ma anche sociale, visto che generiamo un Pil di filiera che coinvolge sul territorio altre 5.800 imprese e 1.600 fornitori.Davide Francescutt