Immacolata concezione: commento di don Renato De Zan

Il peccato delle origini (prima lettura, Gn 3,9-15.20) nasce dal desiderio dell’uomo di essere indipendente da Dio e dio di se stesso

08.12.2021 = Solennità dell’Immacolata

 

Lc 1,26-38

In quel tempo, 26 l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28 Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». 29 A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30 L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». 34 Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35 Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36 Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37 nulla è impossibile a Dio». 38 Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

 

Immacolata, senza peccato

 

Tematica liturgica

 

1. Il saluto angelico (“Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te”) racchiude tutto il mistero di Maria. Dietro al verbo “rallegrati” non c’è il saluto greco, come qualcuno potrebbe credere, ma l’allusione a due profezie di tipo messianico. La prima è Sof 3,14-15 (“Rallegrati, figlia di Sion…”) in cui il profeta annuncia la gioia immensa per la revoca della condanna divina. La seconda profezia è Zc 2,14 (“Rallégrati, esulta, figlia di Sion, perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te”).

 

2. L’angelo attribuisce a Maria un titolo, quasi un secondo nome: “piena di grazia”, in greco “kecharithomène. Questo participio perfetto indica che Maria è destinataria di tutto ciò che Dio può offrire come dono ad una creatura umana. Infine, l’espressione “il Signore è con te” è un’espressione che viene pronunciata sui grandi uomini della storia della salvezza, come Mosè. Giustamente Maria resta molto turbata, ascoltando questo saluto.

 

3. Questo saluto è il fondamento dell’odierna solennità mariana. La festa liturgica dell’Immacolata (Maria è senza alcun peccato, originale e attuale, per grazia divina) nasce in Oriente. Arriva in Occidente per merito dei francescani e diventa patrimonio della Chiesa universale nel 1476. Nel 1854, precisamente l’8 dicembre, Pio IX esplicitava quel “kecharithomène”. Con la bolla “Ineffabilis Deus” il papa dichiarava: “La Beatissima Vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio Onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, fu preservata da ogni macchia di peccato originale”.

 

4. Il Concilio Vaticano II ha collocato questa verità di fede (l’Immacolata) dentro al mistero più grande della Redenzione: “Arricchita fin dal primo istante del suo concepimento dagli splendori di una santità particolare, la Vergine di Nazaret…., acconsentendo alla parola divina divenne Madre di Gesù, e aderendo con tutto l’animo e senza nessun ostacolo di peccato alla volontà salvifica di Dio votò totalmente se stessa, come ancella del Signore, alla persona e all’opera del Figlio suo, mettendosi al servizio del mistero della redenzione sotto di lui e con lui, con la grazia di Dio onnipotente” (Lumen Gentium VII,56).

 

Dimensione letteraria

 

1. La Liturgia ha soppresso l’incipit originale del vangelo (“Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio…”) con la solita espressione generica: “In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio…”. Mentre il testo originale del vangelo voleva legare l’annuncio di Gabriele a Zaccaria con l’annuncio di Gabriele a Maria, la Liturgia isola l’annuncio a Maria in modo che l’ascoltatore si concentri su questa esperienza di vocazione di Maria.

 

2. Il testo di Lc 1,26-38 è racchiuso da un’inclusione: “L’angelo Gabriele fu mandato da Dio…. Entrando da lei…// “E l’angelo si allontanò da lei”. L’intenzione dell’evangelista è chiara. I protagonisti dell’episodio sono tre: Dio, l’angelo e Maria. La struttura letteraria è semplice. L’angelo parla (Lc 1,28-33), Maria interviene (Lc 1,34), l’angelo parla (Lc 1,35-37) e Maria interviene (Lc 1,38). Il testo, dunque, è strutturato in due dialoghi. Nel primo (Lc 1,28-34) c’è l’annuncio del concepimento divino del Messia di fronte al quale Maria chiede una spiegazione. Nel secondo (Lc 1,35-38) c’è sia la spiegazione sull’intervento onnipotente di Dio sia l’accoglienza obbedienziale di Maria.

 

Riflessione biblico-liturgica

 

1. Il peccato delle origini (prima lettura, Gn 3,9-15.20) nasce dal desiderio dell’uomo di essere indipendente da Dio e dio di se stesso. Purtroppo la scelta dell’uomo ha scompaginato il progetto di Dio: l’umanità si è posta contro Dio, l’uomo contro la donna, l’umanità in disaccordo con il creato. E, da quel momento, la morte ha cominciato a regnare sovrana

 

2. Nel “Protovangelo” (Gen 3,15) Dio promette la salvezza. Lungo la storia Dio costruisce con il suo popolo Israele la realizzazione di questo progetto. L’Immacolata è la penultima tappa che prepara l’Incarnazione. L’uomo resta felicemente stupito, contemplando come Dio “tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà” (seconda lettura Ef 1,11).