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Cooperative 70° di ricordi e progetti per il futuro
"In questa terra ci sono distretti con una densità cooperativistica tra le più alte d’Italia - ha dichiarato il presidente di Confcooperative nazionale Maurizio Gardini, ospite della giornata
Nata quando ancora la Provincia non era stata istituita, il 15 settembre 1951, Confcooperative Pordenone ha da poco compiuto 70 anni: all’epoca ci volle una deroga per istituire quella che si chiamò Unione friulana delle Cooperative e mutue della Destra Tagliamento, ma proprio l’importanza delle cooperative locali nel tessuto sociale ed economico del territorio portò all’inizio di quel cammino che ora continua con ancora maggiore energia. Lo si è visto al convegno organizzato per l’occasione nella sala Zuliani della fiera di Pordenone, grazie alla presenza di numerosi cooperatori insieme alle autorità.”In questa terra ci sono distretti con una densità cooperativistica tra le più alte d’Italia – ha dichiarato il presidente di Confcooperative nazionale Maurizio Gardini, ospite della giornata -: cooperative che in questi 70 anni hanno vissuto il periodo della ricostruzione e dello sviluppo, dalla povertà del dopoguerra a comunità orientate al futuro. La pandemia ha portato fratture sociali ma anche nuove sfide e opportunità, come per esempio i fondi del PNNR, oltre a bisogni della società civile che anche qui a Pordenone troveranno risposta grazie alle cooperative”.Tra i passaggi chiave della giornata la presentazione dello studio “La cooperazione pordenonese alla prova della pandemia: un dinamismo in trasformazione”, realizzato dal professor Daniele Marini, docente di Sociologia dei processi economici e del lavoro all’Università di Padova. Molto interessanti i dati emersi da questo focus.
IDENTIKIT COOPERTIVEIl 71% delle associate di Confcooperative Pordenone che hanno partecipato alla rilevazione occupa giovani di meno di 30 anni tra gli addetti, il 41% con lavoratori di origine straniera e il 60% ha donne in ruoli di responsabilità. In totale la cooperazione pesa per il 10% dell’intero panorama occupazionale in provincia di Pordenone. Livelli occupazionali che durante la pandemia sono rimasti stabili nel 65% delle cooperative, con un 23% che ha pure aumentato gli addetti.Per il secondo semestre 2021 ci si aspetta una crescita sul mercato interno per il 36,3% mentre chi esporta sta vivendo con preoccupazioni le tensioni internazionali. “In generale – ha sintetizzato Marini – la cooperazione pordenonese guarda al futuro prossimo con ottimismo in modo certamente più deciso rispetto alla Marca trevigiana e, soprattutto, alla media delle colleghe venete”. Fondamentale un concetto a volte trascurato ma dalla grande importanza: quello del Pil sociale. “Mediamente – ha aggiunto Marini – ogni mese le cooperative di Confcooperative Pordenone intessono relazioni con oltre 3.600 famiglie, 110 associazioni di volontariato e 75 associazioni di categoria con cui costruiscono progettualità e interventi. Sotto il profilo economico sono in filiera con oltre 5.800 imprese e 1.600 fornitori. In altri termini, sviluppano un Pil sociale che non è conteggiato nelle stime dell’economia reale, ma senza il quale l’intera società (e di conseguenza l’economia) ne risentirebbe fortemente”.