Pnlegge: venerdì 17: Killing Orders le prove della volontà del genocidio armeno

Killing Orders. I telegrammi di Talat Pasha e il genocidio armeno di Taner Akçam: presentati alle 15.30 al Largo San Giorgio dalla prof. Antonia Arslan, armena, autrice de "La masseria delle Alledole". Presentazione in anteprima europea

Tra gli eventi internazionali più attesi, alla 22^ edizione di Pordenonelegge, c’è la presentazione di Killing Orders. I telegrammi di Talat Pasha e il genocidio armeno di Taner Akçam, coraggioso intellettuale e storico turco, rifugiatosi negli Usa per la sua lotta a favore della verità e ancora oggi insopportabile per il regime di Ankara. Il libro è uscito a fine 2020 per le Edizioni Guerini, da tre decenni impegnate nella pubblicazione di libri dedicati alla storia armena, nelle collane dirette da Antonia Arslan Storia e cultura armena, Carte armene e Frammenti di un discorso mediorientale. Appuntamento venerdì 17 settembre, alle 15.30 nello Spazio San Giorgio, per il dialogo Akçam – Antonia Arslan che porterà alla luce i documenti e le scoperte di Killing Orders, testimonianze provate nella loro autenticità – e tradotte per la prima volta in lingua italiana: i telegrammi di Talat Pasha, l’architetto del Metz Yeghern – il Grande Male.Un vero terremoto negli studi sul Genocidio Armeno, perché quei documenti non lasciano alcun dubbio: quello patito dagli armeni fu un Genocidio, il primo del XX secolo.Akçam restituisce con precisione, istruzione dopo istruzione, le varie fasi di preparazione, innesco e divampare dello sterminio. Una macchina della morte affidata alla carta e all’inchiostro, intrisa del sangue di oltre un milione e mezzo di vittime. Il negazionismo di Stato che cerca di giustificare, ridimensionare o del tutto misconoscere questo immenso buco nero della Storia è qui messo definitivamente con le spalle al muro.Taner Akçam è ampiamente riconosciuto come il primo storico turco ad aver scritto e discusso apertamente il Genocidio Armeno. Nato nella regione di Kars-Ardahan, nel 1976 viene arrestato e condannato a dieci anni di reclusione per i suoi scritti. Un anno dopo riesce a fuggire e a rifugiarsi in Germania. Oggi ha la cattedra di Studi sul Genocidio Armeno alla Clark University negli Stati Uniti.