Diocesi
Un’ordinazione storica: sei nuovi sacerdoti per la diocesi
Dalla millenaria cattedrale, dal luogo che accoglie le spoglie dei martiri sono sorti sei nuovi germogli: i nostri novelli sacerdoti
Dalla cattedrale di Concordia, culla del cristianesimo delle nostre terre, edificata sopra i resti della prima chiesa che Cromazio di Aquileia nel discorso di dedicazione, alla fine del IV secolo, riconosceva aver superato l’esempio di altre chiese ed aver meritato prima le reliquie dei santi martiri, da questo luogo millenario per storia e vocazione cristiana sono usciti consacrati 6 nuovi sacerdoti.Sabato 3 luglio, festa di S.Tommaso Apostolo, hanno ricevuto attraverso l’imposizione delle mani del vescovo Giuseppe Pellegrini il dono del presbiterato, seguito dalla vestizione degli abiti sacerdotali e dall’unzione delle mani con il sacro crisma e, dopo l’abbraccio di pace, l’invito ad andare per il mondo ad annunciare il Vangelo.Il rito si è svolto nel sagrato della cattedrale, sia per accogliere un numero maggiore di persone che per ragioni di sicurezza; nell’ampia piazza sono stati allestiti il palco per la celebrazione, le strutture coperte per accogliere il clero diocesano e i laici, lo schermo gigante e i posti a sedere per i numerosi fedeli. Mentre all’interno il coro ha accompagnato la funzione con la musica dell’organo e le voci delle corali riunite di Concordia, S.Vito e Azzano che si diffondevano nell’ area della cattedrale.Erano presenti i sindaci dei comuni di provenienza dei sei diaconi e delle parrocchie in cui hanno servito finora.I sei novelli leviti che sono stati presentati e introdotti dal rettore del seminario don Roberto Tondato sono: Matteo Borghetto, Emanuele Fiocchi, Stefano Mattiuzzo, Rammani Giuseppe Pudasaini, Erik e Thomas Salvador. Da molti anni la chiesa diocesana non vedeva un così nutrito gruppo di nuove ordinazioni.Il vescovo nella sua omelia ha esordito dicendo che “l’unica vera roccia è Gesù, ogni presbitero riceve la propria identità da Cristo e tutto quello che è e che fa lo fa in nome di Cristo”. Quindi si è soffermato sulla figura di S. Tommaso, sul “passaggio dall’incredulità alla fede piena, una fede vera e appassionata”.Esortando i sei giovani che stava per consacrare “ad andare al di là dei propri limiti e delle proprie paure, ricordando che per essere un ministro della Chiesa, un santo prete, è necessario andare per il mondo per scoprire le piaghe di Gesù. Non le troviamo se stiamo chiusi nelle nostre canoniche”. Ed ha invitato ad una fede non astratta ma che parte dall’incontro con Gesù attraverso la preghiera, che sola rende capaci di scorgere le piaghe che affliggono il corpo di tanti fratelli.Al termine della messa i sei nuovi preti si sono recati in cattedrale con il vescovo per sostare in raccoglimento sulle reliquie dei santi martiri concordiesi.La cerimonia si è svolta secondo un piano di sicurezza e di prevenzione elaborato dalla parrocchia di Concordia, con il concorso di decine di volontari che hanno svolto un puntuale e preciso servizio di accoglienza e sistemazione dei famigliari e delle persone giunte dai paesi d’origine degli ordinandi e dalle parrocchie in cui svolgono servizio. La Caritas parrocchiale, il gruppo comunale di Protezione Civile e la Croce Rossa di Portogruaro hanno garantito supporto logistico e assistenza.
I DUE NUOVI SACERDOTIDI CONCORDIAA due anni di distanza dall’ordinazione di don Roberto Stefanon, la parrocchia di Concordia accoglie con gioia due nuovi sacerdoti, i gemelli – come lo era S.Tommaso – Erick e Thomas Salvador. Una festa grande che, per la singolarità della circostanza famigliare è stata anche evidenziata dalla stampa locale e nazionale. Come gli altri, anche don Erik e don Thomas hanno celebrato la prima messa nella loro chiesa parrocchiale.Per mons. Natale Padovese, attuale parroco e concordiese, un motivo di gioia e per l’intera comunità una grande soddisfazione, visibile anche nell’entusiasmo e nella cura con cui sono stati organizzati e vissuti i due giorni di sabato e di domenica.A dare voce a questi stati d’animo anche il sindaco Odorico che nel suo intervento ha espresso orgoglio e commozione, dovuti anche ai legami affettivi con Erik e Thomas, che ha seguito nella loro formazione di uomini e seminaristi. Formulando i migliori auguri ai genitori, Giorgio e Mara, e al fratello Alex li ha ringraziati per i valori che hanno ispirato nei figli ed augurato ai due giovani preti “di riconoscere i bisogni degli altri, continuando ad essere uomini che hanno fiducia nel prossimo, nel futuro e nel rispetto delle reciproche differenze”.Ada Toffolon