Il Tempo della Vite di Casa Paladin per la sostenibilità

Presentato il progetto di un parco vitato di 10 mila metri quadri avviato da un imprenditore

Il Tempo della Vite di Casa Paladin” è il progetto di un parco vitato di 10 mila metri quadri, già avviato da un noto imprenditore vitivinicolo di Annone Veneto, realizzato in collaborazione con le Università di Padova, di Milano e di Bolzano, assieme al CREA (Ente di ricerca nel settore agroalimentare di diritto pubblico, vigilato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali).«Il Tempo della Vite di Casa Paladin» si propone di raccontare e vivere la vite attraverso un’esperienza tra passato presente e futuro.Lo scorso 25 giugno l’iniziativa è stata presentata ad un pubblico di una settantina di persone del settore vitivinicolo e di interessati allo sviluppo del progetto di sostenibilità ambientale.L’ettaro di parco è stato strutturato in due aree, strettamente connesse ed interdipendenti tra loro: la prima è riservata alla storia della viticultura, la seconda invece guarda al futuro. L’illustrazione del passato rappresenta l’evoluzione delle forme di allevamento nella storia della viticoltura, dalla vite strisciante fino ad arrivare alla forma tipica dell’alto Veneto, la “Bellussera” ad alti raggi contrapposti, e al sistema francese Guyot, con sperone sia semplice che doppio, sperimentato in Francia già nell’Ottocento e diffuso in seguito nel resto del mondo. In proiezione futura è invece la parte tecnologica, che è destinata a mettere in evidenza le tecniche agronomiche all’avanguardia per una produzione sempre più sostenibile per l’ambiente.Il percorso tra passato e futuro si conclude con una galleria che permette di esplorare il mondo sotterraneo per capire e comprendere l’importanza del suolo, nonché della microflora e della microfauna ospitate. All’interno del parco sono previsti dei punti sperimentali sulla vite, così da poter osservare la risposta della pianta agli stimoli naturali quali luce e umidità.Questo vigneto didattico si propone anche di raccontare al grande pubblico l’essenza del legame tra il vino e il suo territorio, attraverso un viaggio che vede come protagonisti la vite, la sua coltivazione, l’uva con le sue caratteristiche variegate, fino al vignaiolo. Quest’ultimo, attraverso il sapiente lavoro di cura e selezione, riesce a tradurre questo legame in un vino con caratteri identitari unici e spesso irripetibili.Il parco sarà aperto a tutti i visitatori della cantina, ma anche agli studenti di tutte le età, dalle scuole primarie fino all’Università.