Buona verde estate

Chissà se gli stilisti lo avevano previsto, ma verde è per certo il colore dell’estate 2021. Lo è su piani e per motivi diversi: green pass, green deal, grigliate green e il cuore ecologico suggerito da papa Francesco

Chissà se gli stilisti lo avevano previsto, ma verde è per certo il colore dell’estate 2021. Lo è su piani e per motivi diversi.

Green pass è ovviamente il primo, quello che il premier Mario Draghi chiama “certificato verde”, risolvendone la discussa, problematica e difficile accettazione con una manciata di parole: “Sostanzialmente: non ti vaccini, ti ammali e muori. Non ti vaccini: contagi e fai morire. E senza vaccinazione devi chiudere tutto di nuovo”. Tranchant fin che si vuole, ma indiscutibilmente efficace. Tant’è che, vuoi per il messaggio o vuoi per la sua imprescindibilità dal 6 agosto – per eventi, ristoranti e altri luoghi di divertimento – dall’indomani si è registrato un boom di prenotazioni vaccinali, Friuli compreso. E meno male, dato che la copertura dell’Italia si era fermata al 51% della popolazione: non tanta e non abbastanza. Si pensi che, con il 50% del paese non immunizzato, il presidente americano Biden si è detto terrorizzato “dalla pandemia dei senza vaccino”.

Se nei prossimi giorni prevarrà l’adesione al pensiero no vax o il desiderio di vivere appieno l’estate in tutte le sue più tipiche e vacanziere espressioni staremo a vedere, comunque sarà il vaccino – fatto per convinzione o giocoforza – funzionerà lo stesso: e per chi lo farà e per chi gli starà accanto.

Altro verde che s’impone quest’estate è quello legato all’ambiente. L’Unione europea, pur impegnata nello sforzo della ripresa economica, non ha trascurato di pianificare il suo “green deal” o “percorso verde”. A metà luglio il parlamento ha infatti approvato un piano fortemente voluto dalla presidente Ursula von der Leyen che vuole fare dell’Europa il primo continente sostenibile del mondo entro il 2050, riducendo le emissioni del 50% già entro il 2035 (in tredici anni e mezzo). Non facile, a metà tra l’ambizioso e il sognatore, ma verde come i prati e sempre più lontano dal nero dei fumi di petrolio delle ciminiere.

Il terzo verde è quello che dovremmo portare sempre più abbondantemente nel piatto, se amiamo il nostro pianeta e i nipoti a cui lo lasceremo. Voci sempre più pressanti di studiosi e scienziati (in Italia da Mario Tozzi a Eluana Liotta) ci vanno ricordando che le emissioni di gas serra – quelle responsabili del cambiamento climatico che arrostisce alcune zono del pianeta, mentre con violenza ne alluviona altre – non sono solo figlie dei combustibili fossili e che la cena che si porta in tavola può contribuire alle bizzarrie del clima. Un terzo delle emissioni dei gas serra proviene, infatti, dagli allevamenti intensivi degli animali e, in sintesi, si può dire che per ogni chilo di carne prodotta si sono bruciati 7 litri di petrolio. Per questo, oltre che per la nostra salute, è meglio limitare consapevolmente e coscienziosamente il consumo di certa carne, impegnando le fantasie culinarie verso verdure e legumi. Anche il piatto si fa verde, dunque e, in questa stagione, è pure più facile.

Ultima, ma non ultima, c’è una quarta rivoluzione ecologica a cui ha invitato questa volta papa Francesco nel suo primo Angelus dopo il ricovero in ospedale, domenica 18 luglio. Francesco ha parlato della necessità di un cuore ecologico, in equilibrio armonico con gli altri, con il pianeta, con l’universo intero e ogni sua creatura. Un cuore riconciliato, sgombro da fardelli, che sa trovare la quiete del riposo, che sa fermarsi a pensare – e a pregare – senza “passare dalle corse del lavoro alle corse delle ferie”.

E dato che agosto è ormai qui: buona verde estate a tutti. Da trascorrere insieme alle persone care in sicurezza, con divertimenti che spesso si trovano a km zero (o poco più), con le classiche grigliate ricche anche di tante verdure e soprattutto con quel cuore ecologico di cui Francesco è maestro con la sua serenità profonda, attenta, confidente e salda.