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Portogruaro, covid e disturbi alimentari: segnalazioni triplicate con la pandemia
Parla il Servizio dei Disturbi del Comportamento Alimentare
C’è un fenomeno sul quale tutti concordano: che la pandemia abbia aumentato le situazioni di disagio e di stress sia nei giovani e giovanissimi che negli adulti.Lo si osserva attraverso l’incremento dell’uso di sostanze e di alcool, se ne ha conferma dai riscontri che arrivano dal mondo della scuola, dove – in particolare nelle superiori – le segnalazioni di casi “problematici” sono triplicate. Come è emerso nel recente convegno su “Giovani e scuola. Pandemia e sofferenza psicologica”, organizzato insieme da Ulss 4 e rete delle scuole superiori di Portogruaro.Nella prima fase si è osservato sicuramente un aumento dello stress acuto, legato a situazioni di malattia da covid19, alla morte di persone care, a perdita del posto di lavoro ecc. “Ma – ci dice il dottor Pierandrea Salvo, che dirige il Servizio dei Disturbi del Comportamento Alimentare e del Peso di Portogruaro – gli effetti che la pandemia ha avuto sui disturbi del comportamento alimentare non possono essere misurati in questa fase, lo si vedrà nel tempo. Con una rilevazione dei dati e con la loro analisi, una quantificazione che si potrà fare nell’arco di due o tre anni. Oggi noi assistiamo ad un effetto rimbalzo dovuto all’anno che abbiamo trascorso, con una diminuzione del ricorso alle strutture del servizio DCAP, dovute sia alla chiusura per un periodo (aprile 2020), sia alla difficoltà di accedere ai servizi che ha riguardato tutta la Sanità. Ora che tutto riprende, si tratta di smaltire un arretrato che riguarda anche il nostro ambito”.Il percorso terapeutico è articolato su 4 livelli ed in 4 diverse strutture: gli Ambulatori di Via Sommariva; la “Casa delle Farfalle” di Via Resistenza per la riabilitazione intensiva residenziale, dedicata ai minori, con il Centro Diurno per la riabilitazione semi-residenziale, attività gestite dalla psicologa Erika Baldissera; la Comunità Terapeutica intensiva dedicata esclusivamente alla riabilitazione residenziale dei maggiorenni in Via Manin, coordinata dalla psicologa Lucia Cereser; infine la Pediatria dell’Ospedale di Portogruaro ha alcuni posti riservati ai Disturbi Alimentari, per il ricovero ospedaliero temporaneo in emergenza, dedicato alle situazioni più severe.Un percorso che ha anticipato le linee guida nazionali ed internazionali, curando i disturbi alimentari in strutture ambulatoriali e riabilitative. “L’ospedale – come ribadisce il dott. Salvo – non può essere il luogo della cura, questo lo ha recepito in una recente delibera anche la Regione Veneto che ha fatto proprie queste linee guida. Sia nel caso di minori che nel caso di adulti, più il ricovero ospedaliero è lungo più la guarigione si allontana, risultando alla fine nocivo, come dimostrano le evidenze scientifiche osservate”.Il Servizio dei Disturbi del Comportamento Alimentare e del Peso di PortogruaroLa Casa delle Farfalle e gli ambulatori del Servizio DCAP accolgono ogni anno una settantina di utenti, provenienti dall’Ulss 4 e dalle altre aree del Veneto, e anche dal Friuli Venezia Giulia. La provenienza da fuori regione passa attraverso la presa in carico delle Ulss di origine.Da quando è stata aperta sono 3.000 le persone che hanno compiuto il loro percorso di uscita dalla malattia legata ad un disturbo alimentare in questo centro, che ha perfezionato un proprio protocollo tecnico-operativo registrato: la Riabilitazione Psiconutrizionale Progressiva (RPP), un modello intensivo e multi-professionale, con strategie di ri-alimentazione progressiva e individualizzata ed interventi psicoterapeutici e psicosociali.Ad esempio, da due anni vengono organizzate attività in uscita, con soggiorni al mare, pet terapy, consumo di pasti in ristorante, lavori sull’immagine corporea ecc. Ora queste riprenderanno e anche questa utenza, per il 90 % femminile, potrà riprendere un cammino che, pur doloroso e complesso, offre prospettive di uscita dall’anoressia, dalla bulimia o da ogni altro disturbo alimentare.