Speciali
Mara ed Emanuele sposi
Testimonianza
Siamo Mara ed Emanuele e la nostra storia potrebbe essere la storia di tante coppie: ci siamo conosciuti, innamorati e, durante il lockdown del 2020 abbiamo deciso di sposarci. Abbiamo fissato la data del 24 aprile 2021 e non avevamo previsto che la pandemia avrebbe coinvolto anche la maggior parte di quest’anno che stiamo vivendo. Scegliere di sposarsi non è mai una decisione semplice, decidere di sposarsi in piena emergenza sanitaria diventa ancora più difficile.
Ci siamo buttati a capofitto nell’organizzazione del nostro grande giorno, con la speranza che, per la nostra data, la situazione si sarebbe risolta. Tra la prenotazione del ristorante ed un assaggio di torta, quel giorno si avvicinava sempre di più e la situazione sembrava non migliorare.
A pochi mesi dalla data ci siamo detti: “Cosa facciamo? Rimandiamo o ci sposiamo comunque?”. Abbiamo chiesto consiglio e, tra amici e parenti, la risposta era quasi sempre la stessa: “Rimandate! Tanto…” oppure “Siete sicuri che non ve ne pentirete?”.
Sposarsi senza ristorante, balli e con un numero ristrettissimo di parenti ed amici vicino a noi, per molti, non è sinonimo di matrimonio. Per gli altri, ma per noi?
Ci siamo accorti che questa decisione portava a galla una domanda che diventava sempre più profonda: cosa vuol dire per noi matrimonio? Qual è il significato profondo di questa scelta?
Avevamo punti di vista differenti.
Per Emanuele ci si sposa una volta sola e le cose devono essere fatte “come si deve”. Per me l’importante era sposarsi, il resto era un accessorio.
Importantissimo per noi è stato il percorso di preparazione al matrimonio, la coppia guida, Daniela e Marco, con la loro dolcezza, delicatezza e semplicità, ci hanno aiutato a percorre questo cammino dandoci degli spunti sui quali riflettere molto utili e importanti.
Abito bianco, confetti, ristorante, sono davvero questi gli ingredienti per il matrimonio perfetto?
La nostra risposta è stata no.
Abbiamo deciso, per molti coraggiosamente, di sposarci ugualmente, mettendo davvero in primo piano quello che per noi è risultato essere, dopo lunghe discussioni, il matrimonio: l’accogliersi reciprocamente davanti a qualcuno più grande di noi, che ci ha preso per mano da sempre, che ci ha sostenuto, che ha vegliato su di noi.
Non neghiamo che ci è dispiaciuto dover annunciare che, purtroppo, i festeggiamenti sarebbero stati rimandati.
La cosa interessante però è stata la risposta: “Avete fatto la scelta giusta, l’importante è che vi sposiate, poi festeggeremo quando si potrà”.
Ed ecco che le nostre paure di fare “brutta figura” sono svanite. Tutti si sono accorti della nostra felicità e ci hanno sostenuto in questa nostra scelta controcorrente.
Siamo giunti quindi al 24 aprile ed il Veneto era ancora in zona arancione.
Niente ristoranti, niente feste, celebrazioni aperte solo ai pochi familiari residenti nel comune dove si è svolta la funzione.
Nonostante le ristrettezze siamo arrivati sereni al matrimonio.
La cerimonia in chiesa si è svolta secondo le norme anti contagio, ma sentivamo che i “vuoti” dovuti dal forzato distanziamento, erano colmati dall’immenso amore di tutti i presenti.
Il mettere davanti a tutto noi, come nuova coppia che si affida a Dio, ci ha colmato di gioia, una gioia condivisa con i partecipanti.
Don Maurizio Girolami, che ha celebrato la messa, durante l’omelia ci ha ringraziato, sottolineando che questa nostra scelta è stata un vero e proprio segno di speranza e fede in Dio.
Uno dei canti che abbiamo scelto per il nostro matrimonio recitava “Vedrai miracoli se crederai la fede non si può fermar. Quanti miracoli sono tra noi e condividerli potrai. Potrai se crederai”. Noi ci abbiamo sempre creduto, abbiamo sempre portato avanti la nostra idea di un matrimonio semplice, ma circondati dalle persone che ci vogliono bene ed è quello che abbiamo avuto: noi come coppia, circondati da famiglia e amici, ma soprattutto sostenuti dalla grazia di Dio e questo, ne siamo certi, è un vero è proprio miracolo.