Covid e disturbi alimentari a San Vito al Tagliamento

"I ragazzi non sono riusciti a mantenere l’equilibrio psicologico necessario a sostenere le richieste ambientali”

A San Vito opera l’A.D.A.O., un’associazione di volontariato che persegue il fine della solidarietà civile, culturale e sociale; è una realtà fondata nel 2003 da un gruppo di persone che hanno aderito all’appello di genitori, medici e psicologi sensibili alla necessità di cercare risposte e consigli ai problemi legati ai disturbi del comportamento alimentare, all’obesità e al disagio giovanile.Questi ultimi mesi sono stati difficili per tutti, ed hanno avuto un forte impatto sugli adolescenti, li ha stravolti dalle certezze e abitudini con le quali sono cresciuti. “Il distanziamento sociale, la mancanza di una routine definita dai tempi scolastici e dalle attività extra-scolastiche, l’ansia legata alla malattia, la paura per i propri cari e la sovraesposizione a internet, giochi virtuali, social sono solo alcuni dei fattori attraverso i quali la pandemia ha impattato sugli adolescenti- afferma la dott. Sara Carriola, psicoterapeuta cognitivo comportamentale che da 3 anni opera con ADAO – A causa di ciò i ragazzi non sono riusciti a mantenere l’equilibrio psicologico necessario a sostenere le richieste ambientali pertanto si è assistito ad un aumento di vari disturbi come: disturbi d’ansia, disturbo da attacchi di panico, disturbo ossessivo compulsivo, fobie, disturbi del comportamento alimentare, psicosi, depressione, disturbo post-traumatico da stress e disturbi del sonno.” Per aiutare i ragazzi in questo momento, è necessario quindi, che tutte le parti coinvolte all’interno del loro percorso educativo e formativo siano adeguatamente informate circa i rischi ai quali li espone la pandemia. Nello specifico la famiglia, la scuola e gli educatori delle attività extrascolastiche dovrebbero essere adeguatamente addestrati a riconoscere i campanelli d’allarme che suggeriscono un cambiamento nei processi di pensiero e nella regolazione emotiva al fine di intervenire tempestivamente ed in modo adeguato. Per questo sul territorio è stata attività, per l’anno appena concluso, la figura dello psicologo scolastico, ed inoltre l’associazione ADAO ha implementato i gruppi di auto mutuo aiuto per genitori in difficoltà. “Visto il forte incremento della richiesta e della partecipazione- prosegue la Dott. Carriola- questi incontri, da me coordinati e completamente gratuiti, vengono svolti 3 volte al mese.” Inoltre vengono organizzati corsi finalizzati a sviluppare una conoscenza adeguata dei disturbi del comportamento alimentari per insegnanti, allenatori e personale medico. Recentemente, grazie alla solerzia, impegno e dedizione dell’associazione, è stato inaugurato il centro diurno presso l’ospedale di Pordenone.Chi si occupa di questi temi quotidianamente puntualizza quanto sia importante promuovere ogni azione necessaria a sensibilizzare l’opinione pubblica circa le problematiche connesse al disagio giovanile; richiamare l’attenzione degli organi legislativi, amministrativi e sanitari dello Stato, della Regione, degli Enti locali e delle ASL, al fine di promuovere e sostenere iniziative atte a migliorare i servizi di assistenza e le condizioni di vita attraverso azioni normative, assistenziali e di coordinamento; stimolare i servizi preposti alla cura e all’assistenza affinché sia garantita la presa in carico e la continuità terapeutica e riabilitativa alle persone sofferenti, anche attraverso la formazione, l’aggiornamento e la qualificazione degli operatori, dei volontari e dei familiari nonché attraverso la presenza di idonee figure professionali ed infine proporre, stimolare e sostenere le iniziative di prevenzione, affiancare e sostenere le associazioni scientifiche, di ricerca e studio che si occupano di questi disturbi.Indubbiamente infatti, una diagnosi precoce permette di definire un percorso di cura efficiente; per quanto concerne le malattie psicologiche non è sempre facile capire quando chiedere aiuto in quanto spesso la malattia diventa parte integrante del funzionamento dell’individuo; pertanto quando si giunge in terapia certi meccanismi di pensiero si sono già consolidati. Diventa perciò fondamentale che famiglia, scuola ed educatori extrascolastici siano maggiormente informati ed attenti nell’osservare i piccoli cambiamenti nei comportamenti, al fine di allertare il ragazzo e proporre un intervento specifico.Lo psicoterapeuta aiuta a sviluppare la consapevolezza dei cortocircuiti causati dalla pandemia nei propri comportamenti e nelle proprie emozioni per sviluppare nuove modalità di elaborazione della realtà sia dal punto di vista emotivo che cognitivo ed una rappresentazione di sé adeguata e funzionale ad una buona qualità della vita.Nonostante ciò, non è sempre facile richiedere un aiuto psicologico; per evitare lo stigma; la pandemia ha però iniziato modificare questa percezione in quanto, il fatto che le difficoltà psicologiche si siano manifestate in tutte le fasce d’età, ha legittimato e normalizzato la richiesta di aiuto.”Per mantenere questo trend è necessaria la collaborazione delle diverse figure istituzionali coinvolte che, osservando e imparando a riconoscere i segnali di disagio, devono indirizzare la persona verso un percorso di sostegno e supporto specifico”-conclude la Dott. Sara Carriola