Speciali
Essere mamma di una figlia oltreoceano
Storie di mamme per il nostro grazie
E’ giusto lasciare che i figli seguano il loro destino, si diceva una volta. Adesso si dice che bisogna sostenere le loro aspirazioni e le loro inclinazioni. Mia figlia è sempre stata brava a scuola, il ragazzo aveva meno voglia di studiare e ha fatto solo le superiori, è sposato e ha un buon lavoro.
Lei è andata all’università, noi genitori eravamo contenti. Dopo la laurea ci chiede di fare una specializzazione a Londra, costava un poco, ma mio marito era appena andato in pensione e c’era la sua liquidazione. Lei era laureata in biologia. È tornata in Italia, ma ha trovato lavoro solo a Milano. Quattro ore di macchina per andare a trovarla una volta al mese e portare le provviste già cotte perché lei era sempre in laboratorio. Niente moroso, non aveva tempo. Poche ferie. Ma l’abbiamo sempre vista entusiasta del suo lavoro. Veniva a casa a Natale e 15 giorni di ferie. Dopo qualche anno arriva la notizia bomba: la ditta vuole mandarla in America. Lei era al settimo cielo.
Devo scrivere la verità? Io proprio no. Me la sentivo che l’avrei persa, che non la vedevo più. E più o meno è andata così.
Ci sentiamo al telefono, adesso anche la vediamo al telefonino, ma non è come averla qui in paese, o almeno a Milano, dove potevamo andare, magari in treno. Sono una mamma egoista? Io ogni tanto a lei dico francamente che sono contenta per lei, perché la vedo contenta, ma per me avrei voluto averla almeno in Italia. L’America è proprio lontana e adesso con questo covid mi pare ancora più lontana. Mio marito è più sereno, dice che l’importante è che lei ha trovato la sua strada, lo dico anch’io a parole, ma con il cuore mi manca.
Quando vado da qualche amica e vedo che sta cucinando qualcosa per i figli io penso “Chissà cosa ha mangiato ieri sera?” perché a mezzogiorno mangia solo 2 yoghurt in laboratorio e allora alla sera glielo chiedo e mi consolo così, poi cucino anch’io per mio figlio e la sua famiglia che mangiano sempre tutto con appetito e dicono “Grazie, tutto buonissimo”.