Riciclo della plastica, tra le regioni più virtuose nella gestione dei rifiuti urbani

Legambiente: i dati confortano. Ancora spazio al miglioramento

Il Friuli-Venezia Giulia è tra le Regioni più virtuose nella gestione dei rifiuti urbani. Dal 2016 supera la soglia di legge del 65% di raccolta differenziata raggiungendo il 68,72% nel 2019.

Il 22% dei Comuni hanno una produzione di secco residuo inferiore ai 75 chilogrammi per abitante annuo, valore che colloca il Friuli-Venezia Giulia al 3° posto tra le regioni italiane.

Inoltre Pordenone è tra gli unici tre capoluoghi di provincia italiani che rientrano nei parametri dei Comuni Rifiuti Free (fonte Legambiente, Dossier comuni Ricicloni 2020).

Ci sono margini di miglioramento? “Sicuramente sì – sottolineano a Legambiente Pordenone, Circolo “Fabiano Grizzo” APS – e una delle prime azioni da mettere in campo è spingere verso la riduzione dei rifiuti a monte, prima ancora del riciclo. Per questo Legambiente ha proposto alle amministrazioni l’introduzione di sistemi di gestione basati sul principio per cui più rifiuti si producono più si paga: la raccolta differenziata con tariffazione puntuale”. Questo incentiverebbe i cittadini a produrre meno rifiuti, abbandonando ad esempio l’usa e getta. Se da un lato il cittadino è direttamente responsabile della produzione di rifiuti, dall’altro il mercato non lo aiuta a ridurne la quantità.

Il cittadino però, in quanto consumatore, influenza il mercato con le sue scelte. Se al supermercato prediligesse i prodotti con meno imballaggi oppure optasse per prodotti alla spina e ricariche, le aziende stesse sarebbero incentivate a ridurre la quantità di materiale utilizzato.

“La raccolta differenziata – rilevano a Legambiente Pordenone – al momento pone alcuni limiti, come quello della mancanza di mercato del materiale. In un contesto globalizzato come il nostro, le politiche di un Paese lontano come la Cina, che improvvisamente ha deciso di non ricevere più il nostro materiale cartaceo e plastico derivante dalla raccolta, impattano sulla gestione dei rifiuti di un piccolo comune. Ma questo non deve indurci a pensare che differenziare non serva a nulla, né tanto meno ascoltare i detrattori della raccolta secondo i quali “tutto viene gettato insieme, alla fine”.

Secondo Legambiente, è importante allo stesso tempo continuare a differenziare e spingere verso l’economia circolare. Esistono numerose aziende che lavorano con la materia prima seconda, ovvero materiale ottenuto al termine delle operazioni di recupero di rifiuti. Aiutare queste aziende attraverso agevolazioni fiscali, ad esempio, è una delle opzioni, insieme con la tassazione di quei materiali, come la plastica vergine, che si intende ridurre.

Per tornare al ruolo del cittadino, è pure fondamentale metterlo nella condizione di poter mettere in pratica le 3R (riduci, riusa, ricicla), attraverso l’installazione di casette dell’acqua, che permettono di ridurre il ricorso alle bottiglie di plastica, o incentivi per l’acquisto di pannolini lavabili.

A livello comunale, Legambiente chiede che vengano creati i centri del riuso, sull’esempio di quello di Gemona, Maistrassà: si tratta di una sorta di anticamera dell’eco-centro, dove gli oggetti dismessi da qualcuno, ma ancora potenzialmente utilizzabili, trovano nuovi proprietari.

In conclusione, la soluzione al problema dei rifiuti non è univoca, né tanto meno semplice. È doveroso però impegnarci tutti, attraverso anche piccoli sacrifici quotidiani e facendo sentire la nostra voce ai legislatori, se intendiamo lasciare ai nostri figli un pianeta più pulito.