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Il Covid ha fatto sbocciare la solidarietà
Umane storie di resurrezione: la testimonianza
Anche la nostra famiglia è positiva al Covid 19, nonostante le precauzioni!
Primo un nostro figlio che non vive con noi e rispettava sempre le regole quando veniva a trovarci.
Da due giorni io ho congiuntivite, tosse stizzosa, raffreddore. Su insistenza del figlio positivo telefono al nostro medico di base, lo stesso che abbiamo tutti noi. “Faccia il tampone per sentirsi più sicura”. Positiva al tampone antigenico rapido. Positiva al molecolare.
Inizia il percorso che seguirà anche mio marito due giorni dopo, positivo pure lui.
Sono stanchissima, desidero solo il letto. La preoccupazione è per me che sento il respiro corto, ma soprattutto per mio marito non più giovanissimo, ha avuto in passato due broncopolmoniti, ma in quel lungo mese che ci ha visto chiusi in casa con una tosse che sembrava non smettere mai e altro non ci siamo mai sentiti soli. E questa è la sensazione più importante che abbiamo provato.
Il medico di base sempre disponibile. Mai una chiamata o un messaggio inevasi a qualsiasi ora. Pronto a intervenire fin dall’inizio per evitare il peggio se possibile, per seguire costantemente la tosse di mio marito.
Attento il dipartimento di prevenzione di Pordenone, che chiama per fissare le date dei tamponi, per informarsi sulle nostre condizioni di salute. Precisi e scrupolosi al dipartimento quando mio marito si rivela negativo forse troppo presto, prima di me. Sarà in effetti un falso negativo. Scrupolosi con me che non mi negativizzo mai. Abbiamo fatto tanti tamponi, al punto che i militari in servizio al centro Giordani riconoscevano mio marito quando arrivava.
Non ci siamo mai sentiti soli per le tante persone che si sono offerte di portarci medicine e generi alimentari, perfino i quotidiani quando abbiamo incominciato ad aver voglia di leggere.
Amici, parenti, Lucia la preziosissima badante da oltre vent’anni in casa di mia cognata.
Il negoziante di generi alimentari che si offre di portarci a casa la spesa. Lo conosciamo da poco. “Lascio la spesa fuori del cancello, pagherete tutto quando starete meglio”.
Non siamo stati soli per l’interessamento di tanti anche con una telefonata o un messaggio.
Il tutto fino a quando nostro figlio si è negativizzato prima di noi ed è corso in nostro soccorso per pratiche più impegnative.
Nel frattempo purtroppo abbiamo perso amici. Il Covid non ci ha colpito con conseguenze gravi e il nostro primo grazie va al Signore che ci ha preservato, il secondo non meno importante al nostro medico di base e al dipartimento di prevenzione, il terzo a chi si è messo a nostra disposizione perché come ha detto Papa Francesco: “Nessuno si salva da solo”.