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Il Covid 19 ha comportato l’adeguamento sulla gestione di tutti i progetti
A Laluna di San Giovanni di Casarsa
L’Associazione Laluna di San Giovanni di Casarsa si occupa principalmente di progetti di abitare per persone con disabilità, quindi lo stato di emergenza causato dalla diffusione del virus Covid-19 ha comportato un intervento massivo sulla gestione di tutti i progetti”. Parte da qui Erika Biasutti, direttrice dell’Associazione, per fare il punto della situazione a un anno e più dall’inizio della pandemia che sta continuando a sconvolgere l’umanità. “Quando ci si occupa di abitare infatti, si lavora a 360° sul progetto di vita; questo significa che è stato necessario gestire l’incidenza del Covid a livello di regole di vita quotidiana, cura e prevenzione personale, gestione delle relazioni tra coinquilini, con amici e familiari, impegno lavorativo e occupazionale in genere”.
I progetti si sviluppano su diversi livelli di autonomia: dalla comunità alloggio Cjasaluna a San Giovanni ai progetti di propedeutica all’autonomia abitativa – a Fiume Veneto e a Sacile-, fino alla vita indipendente sul territorio provinciale: “Tutte le persone coinvolte e da noi supportate hanno dovuto ridimensionare le autonomie acquisite per abbattere il più possibile il margine di rischio epidemiologico. Gestire l’adattamento a questo nuovo sistema ha comportato un impegno sia di energie che di risorse economiche non indifferente, tuttavia l’aspetto che ci ha messo più alla prova è stato proprio il lavoro con le persone: l’obiettivo principale – prosegue la direttrice – è stato tutelare la loro salute e cercare di costruire una nuova quotidianità che portasse stimoli e supporto emotivo per contenere più possibile lo stress potenzialmente esplosivo causato dall’isolamento forzato. Ci siamo da subito attrezzati per gestire più rapporti possibili con l’esterno – in particolare per la comunità Cjasaluna, nella quale l’ingresso di ospiti esterni è interdetto da più di un anno – attraverso le videochiamate che sono diventate uno strumento indispensabile anche per la gestione del lavoro (Cda, riunioni d’equipe, gruppi di lavoro con servizi sociali, ndr)”.
Una menzione a parte meritano i progetti di autonomia “con protagonisti persone che abitano in famiglia. Purtroppo da un anno sono sospesi, manteniamo comunque un contatto di supporto e di attività minima in videochiamata. Questo ha di certo messo in stand-by questi ragazzi e i loro progetti per il futuro rendendo molto complessa la gestione all’interno del sistema familiare. Il proposito è riprendere al più presto e dov’è possibile con una presenza a domicilio”.