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Covid e mala gestione hanno messo l’Europa in gravi difficoltà con grossi scompensi
Parla Alberto Marchiori, presidente Ascom Confcommercio Pordenone
Primo maggio festa dei lavoratori. C’è una declinazione un po’ particolare nel definire questa celebrazione, perché sembra quasi sia la festa dei soli dipendenti, mentre invece lavoratori sono tutti quelli che prestano opera e penso che gli imprenditori in primis abbiano diritto di essere annoverati tra quelli che devono festeggiare”.
Per Alberto Marchiori, presidente di Ascom Confcommercio Pordenone, non sarà un 1° maggio molto allegro per il semplice motivo che, il Covid da una parte e l’incapacità politico amministrativa, non solo italiana, dall’altra, hanno messo l’Europa più che altri Paesi in gravi difficoltà con grossi scompensi dal punto di vista economico finanziario, gravi perdite di lavoro e molte chiusure aziendali. “Oggi, si parla di salario minimo garantito che per certi versi è giusto venga riconosciuto, ma per altri versi, visto che l’Europa è costellata di micro piccole imprese e che queste sono l’ossatura economica di tutto il Continente e che queste hanno dato prova di essere essenziali per il tessuto della nostra società e visto che i nostri imprenditori, specie i più piccoli, oggi possono essere definiti dipendenti precari della società civile, la domanda che porrò all’Europa è qual è il salario minimo garantito per questi imprenditori. Sappiamo benissimo che per garantire il salario minimo a tutti dovremmo tornare ai Paesi di tipo socialista, però la strada che è stata intrapresa è questa: reddito di cittadinanza, salario garantito, forma di statalizzazione. Mancano solo le imprese: che abbiano anche loro questi benefici”.
“Quanto al commercio – sottolinea Marchiori – ritengo che l’ultimo decreto abbia dimostrato ancor più l’incapacità amministrativa. Una classe politica che non ha saputo monitorare e valutare dove abbiano avuto origine le contaminazioni non ha la volontà di definire con precisione i luoghi a rischio e quelli che non lo sono e non ha voluto definire una programmazione di aperture o divieti. Tutto ciò porta alla distruzione di tante piccole e medie imprese. I risultati più gravi non li abbiamo ancora visti, ma tra poco assisteremo a fallimenti certi e per il nostro territorio è previsto un periodo davvero difficile. Le ultime decisioni sono per noi una presa in giro: i locali che non hanno posti all’aperto sono discriminati, il coprifuoco è un’altra misura che non ha senso. Non si tratta di spostarlo di un’ora: va tolto. Dobbiamo rispettare le procedure e accelerare i vaccini. Delle fasce a rischio solo il 70% si è vaccinato, una cosa indecente”.