Speciali
Tutto l’amore è scritto sulle mani
La storia nell’ambito del nostro speciale per la festa del papà
A un certo punto appare quell’immagine che non può non rimanere dentro. Perché condensa una vita vissuta che ha saputo andare oltre, superando ostacoli quotidiani. Insormontabili sulla carta, invece sormontati da quella granitica volontà umana priva di barriere.
Il racconto proietta in un contesto non vissuto dai giovani – e meno giovani – di oggi, che quindi non possono capire a fondo cosa significhi averlo trascorso perché lo si può fare solo avendolo vissuto, solo toccando con mano. D’altra parte, è il “provare per credere” che lascia quella traccia indelebile nell’anima, quel solco profondo che mai potrà essere rimosso. Però l’ascoltatore – il giovane e il meno giovane, appunto – aziona la sua sensibilità e, immerso nell’ascolto più profondo, s’immedesima nel racconto. Mentre immagina la scena descritta la sente così lontana dal nostro tempo, appartiene a un’altra epoca. Eppure era quella la dura realtà del dopoguerra, di territori dilaniati dai conflitti bellici.
Ne escono storie da strada maestra: tra mille difficoltà e fatiche quotidiane, per sopravvivere si sopportavano orari e carichi di lavoro impensabili. Eppure il sorriso – nonostante tutto – non mancava. “Eravamo più contenti una volta”: in quante occasioni ce lo siamo sentiti dire.
E’ un dono essere lì e poter ascoltare. Apre le porte all’essenza della vita, alla centralità dell’uomo messa oggi a dura prova dal materialismo sfrenato, dalla corsa frenetica al successo che rischia di trasformarci in foglie trascinate dal vento. La testa al futuro compromette il presente, anch’esso che spazzato via, dimenticando che ciò che conta è il percorso da fare, il “qui e ora”.
Mentre i pensieri dell’ascoltatore scorrono a fiumi, appare quell’immagine: le due mani si aprono e appaiono devastate dai pesanti carichi di lavoro dopo un’intera giornata trascorsa a trasportare sacchi di carbone. Con la povertà che regnava, alternative non ce n’erano: le famiglie erano numerose e per sfamare tutti si faceva quello che c’era da fare. Con il sorriso. Eccola la strada maestra che – come d’incanto – lascia un messaggio: “Se ce l’abbiamo fatta in quei momenti, ce la faremo anche in questi”. Lo dice la storia, e “La storia siamo noi” canta De Gregori.
Eccola l’importanza della testimonianza diretta raccontata (anche) dai papà, tramandare a figli, nipoti, e via, lungo un percorso virtuoso. Così ogni problema sulla carta insormontabile torna superabile: contano la centralità, l’essenza.