San Giuseppe, Patris Corde: per accrescere l’amore verso questo grande Santo, per imitare le sue virtù e il suo slancio

Un esempio e una  festa per i padri di ogni tempo

 

Papa Francesco ha dedicato una esortazione apostolica, Patris corde, a S. Giuseppe, dichiarando: “Lo scopo di questa Lettera Apostolica è quello di accrescere l’amore verso questo grande Santo, per essere spinti a implorare la sua intercessione e per imitare le sue virtù e il suo slancio.” E afferma che è sempre stato amato dal popolo cristiano.

Chi vuol intuire la grandezza di S. Giuseppe può essere aiutato da questa riflessione di S. Bernardino da Siena: “Regola generale di tutte le grazie singolari partecipate a una creatura ragionevole è che quando la condiscendenza divina sceglie qualcuno per una grazia singolare o per uno stato sublime, concede alla persona così scelta tutti i carismi che le sono necessari per il suo ufficio. Ecco quanto si è avverato soprattutto nel grande san Giuseppe, padre putativo del Signore Gesù Cristo e vero sposo della regina del mondo e signora degli angeli”.

I Vangeli individuano in Giuseppe l’ultimo dei grandi patriarchi, che ne porta a compimento la processione secolare, simile a loro per vocazione e docilità a Dio.

Come ai patriarchi Dio parla a Giuseppe nel sogno tramite un angelo. E lo esorta a non aver timore di prendere con sé Maria come sua sposa, anche se in lei opera lo Spirito Santo. Come Gesù dirà a Pietro: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”, e Pietro ebbe fiducia, così prontamente Giuseppe prese Maria come sua sposa e assicurò la paternità legale a Gesù: paternità che collocherà il figlio di Maria nella discendenza di Davide, al quale il Messia era stato promesso.

E assicurò a Maria quella protezione che, in quella società, solo un marito poteva dare. Il papa annota: “E oggi, in questo mondo nel quale la violenza psicologica, verbale e fisica sulla donna è evidente, Giuseppe si presenta come figura di uomo rispettoso, delicato che, pur non possedendo tutte le informazioni, si decide per la reputazione, la dignità e la vita di Maria”.

Era un modesto artigiano di un piccolo villaggio di Galilea, e con finezza Francesco sottolinea: “San Giuseppe era un carpentiere che ha lavorato onestamente per garantire il sostentamento della sua famiglia. Da lui Gesù ha imparato il valore, la dignità e la gioia di ciò che significa mangiare il pane frutto del proprio lavoro”. In questo modo viene affermata la dignità del lavoro, come cooperazione con l’opera di Dio nel creato.

Ma la grandezza di Giuseppe risalta anche nel fatto che Gesù userà per rivolgersi a Dio la stessa parola piena di confidente fiducia che aveva usato con Giuseppe quando era bambino: “Abba, padre mio, papà mio”. Ancora papa Francesco: “Giuseppe vide crescere Gesù giorno dopo giorno “in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini”. Come il Signore fece con Israele, così egli “gli ha insegnato a camminare, tenendolo per mano: era per lui come il padre che solleva un bimbo alla sua guancia, si chinava su di lui per dargli da mangiare”.

Come gli è stata chiesto di rendere presente l’amore protettivo di Dio per Maria, in quanto sposo, così ha ricevuto il compito di incarnare per il bambino Gesù la tenerezza stessa di Dio Padre, “ombra del Padre”. Una missione che ha colmato di dignità e di gioia la sua vita: “La felicità di Giuseppe non è nella logica del sacrificio di sé, ma del dono di sé. Non si percepisce mai in quest’uomo frustrazione, ma solo fiducia. Il suo persistente silenzio non contempla lamentele ma sempre gesti concreti di fiducia”.

San Giuseppe non appare più nei racconti che riguardano la vita pubblica di Gesù. Gli esegeti dicono che con tutta probabilità era già morto.

Come Mosè, che condusse il popolo fino alle soglie della terra promessa, così anche Giuseppe ha custodito il figlio che gli era stato affidato, avendo piena fiducia che le promesse di Dio fatte al suo concepimento e alla sua nascita, si sarebbero compiute.

Ne ha visto il compimento dal cielo, da dove ancora veglia sulla chiesa e sui discepoli di Gesù anche ai nostri tormentati giorni.