Patton, custode di Terrasanta: Non sarà la Pasqua dimessa del 2020

Non sarà una Pasqua a porte chiuse, come nel 2020 in piena pandemia, quella di quest'anno a Gerusalemme. Ne è convinto il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton. A far ben sperare in celebrazioni 'quasi' normali è il successo del piano vaccinale israeliano che potrebbe riverberare i suoi effetti positivi anche sui luoghi di culto, come il Santo Sepolcro, cuore delle celebrazioni pasquali. Certo, mancheranno ancora i pellegrini

Su 9 milioni di abitanti oltre 5 milioni hanno ricevuto la prima dose di vaccino anti-Covid e circa 4,3 milioni anche la seconda: prosegue a gonfie vele la campagna di vaccinazioni in Israele che si attesta così al primo posto per percentuale di popolazione immunizzata. Con i contagi in discesa il Paese si appresta a riprendere, seppure ‘in sicurezza’, gran parte delle proprie attività economiche. Ristoranti, hotel, caffè, eventi culturali, attrazioni turistiche, penalizzati dalle restrizioni anti-contagio, tornano gradualmente ad essere operativi, grazie anche al Green Pass, il passaporto vaccinale. Nel frattempo Israele ha cominciato a vaccinare anche i palestinesi che lavorano nel Paese  o negli insediamenti in Cisgiordania. Ad oggi sono oltre 100 mila quelli che hanno ricevuto la prima dose. L’introduzione del passaporto vaccinale faciliterà anche i luoghi di culto, anche se le autorità sanitarie non escludono possibili restrizioni in concomitanza con Pesach, la Pasqua ebraica (28 marzo – 4 aprile), e con quella cattolica (4 aprile).

Niente porte chiuse. Una possibilità che non sembra preoccupare più di tanto il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, che al Sir si dice convinto che “la prossima Pasqua non sarà la stessa umiliata e dimessa del 2020, che fu ‘a porte chiuse’. E aggiunge: “Già adesso stiamo celebrando i nostri riti quaresimali in maniera ‘quasi’ normale, senza particolari restrizioni, ma sempre mettendo in pratica tutte le precauzioni anti-Covid, come l’igienizzazione delle mani, il distanziamento e soprattutto l’uso della mascherina. Raccomandazione che facciamo ai fedeli che partecipano in numero ogni volta crescente, ai riti come la Via Crucis, le veglie del sabato notte al Santo Sepolcro e le peregrinazioni. L’ultima, la quarta del tempo Quaresimale, si è svolta il 18 marzo, da Betania,  nel santuario che sorge alle spalle del monte degli Ulivi, alla chiesa del Padre Nostro. Se consideriamo l’andamento molto positivo del piano di vaccinazione nazionale è lecito pensare che per fine mese le restrizioni potrebbero essere ulteriormente allentate”.

Messaggio di rinascita. La speranza non taciuta del Custode è “celebrare la Settimana Santa nel modo più degno possibile. Senza le folle – è chiaro – vista l’assenza dei pellegrini, ma certamente non in quella maniera dimessa e umiliata dello scorso anno”. Quindi “la Domenica delle Palme faremo la processione da Betfage a Gerusalemme, con una sosta al Dominus Flevit come l’anno scorso quando ci fermammo a pregare per Gerusalemme. Il Patriarca latino, Pierbattista Pizzaballa darà la benedizione alla città dove entreremo passando dalla porta dei Leoni. Il Triduo pasquale si celebrerà in forma abbastanza normale al Santo Sepolcro, così come gli altri riti della Settimana Santa, al Getsemani e al Cenacolo”. “Poter celebrare in forma sostanzialmente normale è per noi motivo di grande gioia e di consolazione” sottolinea il Custode che non dimentica “la Pasqua dello scorso anno quando  eravamo vigilati dall’esercito e dalla Polizia, assediati dai fotografi”. “Quest’anno entreremo nel Sepolcro e nei Luoghi santi, con ogni precauzione, e manderemo a  tutti un messaggio di rinascita”.

“Da Gerusalemme – ribadisce – giunga un segnale forte di speranza cristiana al mondo intero. Sarà importante tornare ad agitare le palme e  gridare ‘Osanna, benedetto Colui che viene nel nome del Signore”.

Santo Sepolcro, Gerusalemme

Il ritorno dei pellegrini. La speranza del Custode è anche quella di tornare a vedere i pellegrini nei Luoghi di Gesù. “Ci sono tanti Paesi nel mondo che stanno andando avanti con i rispettivi piani vaccinali e questo ci fa ben sperare in un lento ma graduale ritorno dei pellegrini” afferma il Custode.

“Un primo passo potrebbe essere quello di accordi bilaterali tra Israele e i vari Paesi per garantire viaggi sicuri ai gruppi di pellegrini e di turisti in arrivo, con itinerari ben definiti e in sicurezza per ridurre al minimo eventuali rischi”.

“Io credo che per tornare ad una certa normalità ci vorranno due o tre anni. A riguardo credo che dopo la fine dell’estate cominceremo a vedere qualche primo passo. Penso, per esempio, ai pellegrini statunitensi, che sono sempre stati i più numerosi qui in Terra Santa, che potranno tornare a muoversi grazie anche alle vaccinazioni effettuate in patria. Man mano che le vaccinazioni saranno intensive nei Paesi europei allora cominceremo a rivedere anche i pellegrini del Vecchio Continente. Bisogna avere pazienza ed essere prudenti ma è importante ripartire”.