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FVG: variante inglese al 63%
il vicegovernatore Riccardi: "La presenza della variante inglese in regione si attesta al 63% e questo giustifica l'alta percentuale di contagi. I dati sono calcolati sulle positività individuate la scorsa settimana e sono cresciuti rispetto alla settimana precedenti
“La presenza della variante inglese in regione si attesta al 63% e questo giustifica l’alta percentuale di contagi. I dati sono calcolati sulle positività individuate la scorsa settimana e sono cresciuti rispetto alla settimana precedente, quella dal 18 al 25 febbraio, quando si attestavano al 28% dando evidenza su come la variante abbia soppiantato il virus selvaggio ovvero quello originale”. A darne conto è stato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, oggi durante l’incontro in videoconferenza con i vertici di Elettra Sincrotrone Trieste e l’International Center for Genetic Engineering and Biotechnology (Icgeb) che hanno illustrato l’accordo di collaborazione scientifica e il protocollo di sicurezza per ricerche congiunte sui virus Sars-CoV-2 presentato oggi e al quale ha partecipato anche il direttore della Struttura complessa di pneumologia di Asugi Marco Confalonieri.
Il vicegovernatore apprezzando l’iniziativa, ha rilevato l’importanza di “spingere sul sequenziamento e sulla campagna vaccinale che stiamo portando avanti auspicando un incremento delle dosi” e ha rimarcato come “l’impegno del mondo della ricerca nell’attivarsi per dare delle risposte a condizioni che sono per tutti inedite, non può che trovare il sostegno e la gratitudine dell’Amministrazione regionale”.
“La nostra regione – ha aggiunto Riccardi – può vantare centri di ricerca di eccellenza che ci riempiono di orgoglio e qualsiasi sforzo per trovare soluzioni e approfondimenti sul fenomeno epidemiologico in atto è apprezzabile” “La pandemia – ha proseguito Riccardi – ha messo in luce come la società abbia bisogno di risposte veloci ed efficaci per poter affrontare le sfide presenti e future nel settore della salute pubblica. La ricerca e gli enti presenti sul nostro territorio si sono sentiti investiti della responsabilità di dare risposte e lavorare per dare il proprio contributo a queste nuove e impellenti sfide, valorizzando le risorse regionali nel settore e rafforzandone le sinergie”.
Sul percorso avviato da Elettra Sincrotrone Trieste ed Icgeb, nel corso della riunione, è stato sottolineato come i virus prodotti e selezionati nelle loro varie mutazioni dai ricercatori di Icgeb vengono trasferiti in sicurezza seguendo appositi protocolli a Elettra Sincrotrone Trieste dove le caratteristiche strutturali, chimiche e morfologiche dei diversi tipi/mutazioni di virus vengono caratterizzate mediante le tecniche più avanzate che utilizzano la luce di sincrotrone di Elettra e del laser ad elettroni liberi Fermi. La valorizzazione e l’integrazione di competenze diversificate dei due enti è stata il punto nodale per il successo dell’iniziativa, formalizzata con la firma di un accordo specifico fra le due istituzioni.
“La scelta di non interrompere le attività operative delle nostre infrastrutture e di adattarsi fornendo soluzioni efficaci affinché gli esperimenti potessero continuare anche durante l’emergenza – ha dichiarato a margine della riunione il presidente e amministratore delegato di Elettra Sincrotrone Trieste, Alfonso Franciosi – ci permette adesso di svolgere nuovi esperimenti chiave per lo studio della malattia, nella piena sicurezza degli operatori e in ottemperanza ai protocolli in vigore. Confidiamo che questo sforzo congiunto con Icgeb possa aiutare la Regione e la nazione tutta a risolvere l’emergenza.
L’importante transizione tecnologica che ci vede sviluppare Elettra 2.0, una nuova macchina di luce di prestazioni prossime al limite teorico, ci permetterà di affrontare ancora meglio queste sfide in ambiti che vanno dalla biologia molecolare alla medicina e ai nuovi materiali”.
Il direttore dell’Icgeb, Lawence Banks, ha aggiunto che “i progetti di Icgeb rafforzano le competenze in materia di sorveglianza epidemiologica per affrontare il COVID-19 ma anche altre epidemie. Le cooperazioni nazionali e internazionali completano l’ampia gamma di attività di assistenza tecnica offerta dall’ICGEB dallo scoppio della pandemia. Una gran parte di queste attività viene divulgata attraverso una piattaforma dedicata al COVID-19, liberamente accessibile online:
https://www.icgeb.org/covid19-resources/“.
“La comprensione di come le diverse condizioni ambientali condizionino il virus Sars-CoV-2 nel facilitare l’ingresso del virus nelle cellule polmonari dei nostri pazienti favorendo l’insorgenza delle forme più gravi di malattia (polmonite e Ards) passa per la comprensione delle modifiche strutturali e morfologiche e chimiche indotte da diverse condizioni fisico-ambientali – ha commentato Confalonieri -. Il programma di ricerche che è stato presentato utilizza proprio a questo scopo le tecniche analitiche più avanzate oggi disponibili a livello mondiale”.
ARC/LP/ep