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Un anno di Covid, vivere con emozioni ed espressioni mutilate
Un anno con le mascherine
Le disposizioni sanitarie in Veneto all’inizio della pandemia sono state molto, molto severe. Allora si poteva uscire di casa solo per fare la spesa, per andare dal medico e al lavoro, per una passeggiata nell’arco di pochi metri da casa.
Per uscire bisognava rigorosamente indossare la mascherina e i guanti per tutti, bambini compresi.
Dopo giorni di “chiusura totale” una nonna pensò di proporre una breve passeggiata “perché cicciobello ha bisogno di prendere un po’ d’aria”, ma per uscire bisognava mettere la “mascherina”.
Come possono accettare e cosa possono capire i bambini?
Invocare la multa della vigilessa (che girava continuamente in paese e accennava subito alla mascherina se non era indossata giusta) non era parso opportuno. Certo era utile spiegare che nell’aria possono volare i virus ed è bene non farli entrare nel naso. Allora la passeggiata per cicciobello è stata proprio la vera motivazione per indossare senza alcuna difficoltà la mascherina, allora colorata per i bambini, per fare un giretto in bici, nel quartiere.
È certo che il nostro volto si modifica sotto la mascherina e capita di non riconoscere al primo impatto parenti e amici. Certo qualche bambino si è spaventato un po’ nel vedere “un volto a metà”.
La scorsa settimana l’Assistente Sociale dietro il plexiglas ha accolto una giovane mamma con in braccio un bambino di 10 mesi e, per far sorridere il piccolo, si è tolta per un attimo la mascherina, facendo un bel sorriso.
Sicuramente meno attente a come si devono usare le mascherine sono apparse le decine di persone, di ogni età, sedute lungo il Corso di Pordenone, il venerdì, al tardo pomeriggio, a bere qualcosa. Per come erano seduti e si guardavano sono gruppi di amici, giovani e meno giovani, coppie di ragazzini, di giovani adulti, di adulti, di anziani. Il colore della pelle variava dal bianco-bianco al nero-nero.
Il modo di indossare la mascherina è il più vario: dal più preciso a copertura di bocca e naso, al copri-collo o ripara tiroide. A dire il vero gli unici ad avere tutti la mascherina correttamente indossata erano camerieri e cameriere.
Quante inutili e stupide resistenze a tenere su la mascherina! Certo per un bimbo piccolo è opportuno preparare un po’ il terreno, dare una piccola spiegazione e un buon esempio, le maggiori rigidità ci sono negli adulti e le trasgressioni negli adolescenti.
Il coronavirus ha mostrato le fragilità di tante relazioni, ma quante fragilità erano già evidenti?
Non vi era mai capitato di vedere la tristissima scena di 2 giovani, forse 2 fidanzati, seduti al tavolo in pizzeria, dove ognuno “traffica” con il suo telefonino e non si scambiano una parola?
In quante famiglie ohimè l’assenza di dialogo era la costante e il televisore acceso fin dalla colazione copriva i silenzi di parole e il vuoto di affetto?
Siamo stati tutti più in casa a causa della pandemia: sono migliorate le nostre relazioni familiari? Abbiamo percepito l’esigenza di sentire gli amici al telefono?
Abbiamo rivisitato la storia della nostre famiglie, magari assieme ai figli, risfogliando i vecchi album di foto, le diapositive, le riprese e gli scatti del telefonino?
A chi faremo gli auguri di Buona Pasqua?