Veneto Orientale
Portogruarese, Imprese in lieve crescita ma appesantite dall’emergenza sanitaria
Dati della Confartigianato Imprese Veneto Orientale
Le aziende del nostro territorio hanno subito una lieve crescita, ma il mondo dell’artigianato continua a fare i conti con delle difficoltà, appesantite nel 2020 anche dall’emergenza sanitaria». Siro Martin, presidente di Confartigianato Imprese Veneto Orientale, delinea il bilancio 2020 delle imprese del Portogruarese (+0,1%), che rispecchia il trend nazionale, con un saldo che fa segnare un +0,32%, al contrario invece della provincia di Venezia (-0,5%) e della Regione Veneto (-0,6%). Stando alle elaborazioni di Confartigianato Imprese Veneto Orientale su dati Infocamere, l’incremento più consistente è stato registrato a Caorle (+1,6%), seguito da Portogruaro (+0,3%) e da Pramaggiore (+0,3%); non hanno subito variazioni, invece, Concordia Sagittaria e Gruaro. Tutti gli altri Comuni hanno chiuso il 2020 in negativo. Nella totalità delle imprese, quelle artigiane sembrano aver pagato maggiormente lo scotto dell’emergenza sanitaria, registrando una diminuzione dello -0,4%, dato negativo riscontrato anche in provincia (-0,9%), nella stessa regione (-1,3%) e nel territorio nazionale (-0,3%). Solo Annone Veneto (+0,8%), Caorle (+2,8), Cinto Caomaggiore (+1,1%) e Concordia Sagittaria (+1,4%) hanno visto crescere le attività artigiane. Dal punto di vista dei settori, hanno avuto la meglio le costruzioni, con un incremento di imprese totali di 17 unita (+1,2%), delle quali artigiane +1,8%, e le attività immobiliari, con la crescita di ben 15 aziende (+2,9%). Bilancio in perdita invece nel’lambito dell’agricoltura, che ha subito una diminuzione totale di 15 attività (-0,9%), delle quali tre sono artigiane (-6,1%), e delle imprese manifatturiere, con un decremento del -2%, 13 delle quali artigiane (-3,4%). «E’ necessario tornare ad affermare il ruolo dell’artigianato e delle micro e piccole imprese con la tutela e lo sviluppo delle loro risorse imprenditoriali e finanziarie – commenta Martin -. La pandemia ha dimostrato che l’economia deve reggersi su più fattori e deve essere integrata tra artigianato, turismo, commercio, servizi pubblici e residenzialità, ripristinando tutti i servizi di prossimità quali uffici pubblici, tribunali, nidi per l’infanzia e rafforzando il distretto scolastico e le università. Agendo diversamente, si rischia di mettere in pericolo l’intero tessuto socio-economico. La visione è ancora miope sia a Roma sia nei centri più periferici. Proprio da questi deve partire un atto di forte coesione e di responsabilità sociale per invertire la rotta. Il Recovery Generation EU potrebbe permetterci di realizzare questo cambio di passo, ma è ancora troppo assordante il silenzio che attornia il mondo della piccola impresa. Rispetto invece al positivo dato riscontrato dal comparto delle costruzioni, – conclude Martin – un fattore determinante, che potrebbe confermare finalmente la ripresa di un settore che si trova da anni in difficoltà, è rappresentato dalle opportunità derivanti dall’Ecobonus 110%, anche se ad oggi sono tante, troppe ancora le incertezze».