Pordenone
Pordenone: la Polizia di Stato commemora il questore Palatucci, giusto tra le nazioni
AL Parco San Valentino il ricordo del questore di Fiume, Giovanni Palatucci, giusto tra le nazioni e Medaglia d'Oro al Merito Civile per aver salvato migliaia di italiani ed ebrei. Presenti autorità civili e militari oltre al Vescovo Pellegrini. Scoperta una targa alla memoria
Nella mattinata del 9 febbraio al Parco “San Valentino” di Pordenone si è svolta la commemorazione di Giovanni PALATUCCI, Questore di Fiume, “Medaglia d’Oro al Merito Civile” e riconosciuto “Giusto tra le Nazioni”, per aver salvato dal genocidio migliaia di ebrei stranieri ed italiani.
Al fine di onorare il suo sacrificio, nella settimana in cui ricorre tale anniversario, al Parco “San Valentino”, il Questore della Provincia di Pordenone Marco Odorisio, presenti il Prefetto di Pordenone Domenico Lione, il Sindaco della città Alessandro Ciriani, i Comandanti Provinciali dell’Arma dei Carabinieri Luciano Paganuzzi e della Guardia di Finanza Stefano Commentucci e S.E. il Vescovo della Diocesi di Concordia-Pordenone Mons. Giuseppe Pellegrini, hanno scoperto una “targa” in memoria dell’ex Questore di Fiume, apposta ai piedi di un albero ivi piantumato.
Al fine di “coltivare i valori della memoria e del ricordo” la Questura di Pordenone e l’Amministrazione Comunale hanno scelto il Parco cittadino, particolarmente frequentato dalle famiglie, dai giovani, dagli studenti e dagli sportivi, come luogo emblematico ove celebrare il ricordo del valoroso Dirigente di Polizia.
Infatti, è stato messo a dimora un “Liriodendro” o “Albero dei tulipani”, una pianta d’alto fusto, che raggiunge i 40 mt. di altezza ed un’età di circa 400 anni.
Allo scoprimento della targa, sono seguite la benedizione del Vescovo e l’intonazione delle note del “silenzio d’ordinanza”.
Il Questore ha quindi evidenziato come “la cura della memoria, la custodia del ricordo, siano non solo un modo di onorare chi non c’è più, ma di rendere merito a chi ha donato la propria vita per gli altri. Memoria e Ricordo come portatori di valori universali, che vanno custoditi e coltivati nel tempo, proprio come l’albero che è stato oggi piantumato al Parco “San Valentino”, affinché non risulti vano il sacrificio di chi, al servizio del prossimo, ha sacrificato la propria vita, tracciando la strada ed indicandoci il modo in cui percorrerla”.
Giovanni PALATUCCI era nato a Montella (AV) il 31 maggio 1909 e all’indomani della promulgazione delle “leggi razziali” del 1938 era in servizio presso l’Ufficio Stranieri della Questura di Fiume, dove, divenendo altresì “Reggente” della Questura stessa, salvò la vita a migliaia di ebrei e persone perseguitate, fornendo loro documenti falsi e favorendone l’invio ad un “campo di raccolta” in provincia di Salerno, dove era Vescovo lo zio Giuseppe Maria Palatucci, che li prese sotto la propria protezione. Il precipitare degli eventi, dopo l’8 settembre 1943, fece sì che PALATUCCI rimanesse solo a reggere la Questura di Fiume ed un anno dopo fu arrestato dalla Gestapo e, condannato a morte, la pena gli fu commutata nel carcere a vita. Fu quindi internato nel campo di concentramento di Dachau, dove morì il 10 febbraio 1945, all’età neanche di 36 anni.
Per le sue “opere di bene”, nel 1990 è stato proclamato “Giusto tra le Nazioni” e nel 2004, al termine del processo di canonizzazione, è stato proclamato “Servo di Dio”.
MD