Asvo, Centa Taglio: prosegue l’iter di chiusura della discarica

Michelutto: «Manca solo il lotto 0, servono 2 o 3 anni»

Prosegue l’iter di chiusura della discarica di Centa Taglio a Portogruaro, avviato a fine del 2015 e che vede già completata la bonifica di due lotti su tre. «È una grande opera di ripristino ambientale a vantaggio dei cittadini e dell’ambiente di grande valenza, anche sotto il profilo sociale, civile ed economico», commenta Luca Michelutto, presidente di ASVO Ambiente Servizi Venezia Orientale SpA. Il centro è stato coltivato dal 1978 all’agosto 2009, ricevendo i rifiuti prodotti, oltre che dagli 11 Comuni del Portogruarese, anche da quelli provenienti da altre aree della provincia di Venezia. Oggi, le frazioni dei rifiuti del bacino dell’azienda vengono depositate in una stazione di stoccaggio presso un’apposita area attrezzata ed indirizzati successivamente presso impianti di recupero esterni.

L’IMPIANTO Ricopre oltre 220mila metri quadrati divisi in tre lotti: il lotto 0 che contiene 840mila tonnellate di rifiuti, il lotto 1 con 300mila tonnellate e il lotto 2 con 1.676.000 tonnellate. Oltre a questi, c’è una struttura per il trattamento del percolato, il liquido prodotto dalla degradazione dei rifiuti e dal contatto con le piogge meteoriche, ed un impianto di recupero energetico dal biogas.

I LAVORI «Nel corso del biennio 2019-2020 sono stati conclusi i lavori di copertura definitiva dei lotti 1 e 2, manca solo il lotto 0 che nel giro di 2 o 3 anni sarà chiuso – afferma il presidente Michelutto -. Il camping è stato realizzato mediante una copertura multistrato».

Il primo strato, di regolarizzazione, è composto da una fascia minerale compattata che costituisce una barriera impermeabile e da una drenante in grado di favorire l’allontanamento delle acque meteoriche. Lo strato superficiale, invece, è costituito da almeno un metro di terreno e favorisce l’attecchimento e lo sviluppo delle specie vegetali di copertura, fornendo una protezione adeguata contro l’erosione. «La copertura dei lotti così realizzata – spiega Michelutto – costituisce una barriera protettiva per i cumuli di rifiuti sottostanti e ne consente l’inserimento paesaggistico e la conservazione delle essenze autoctone della zona, creando l’ambiente adatto per la sopravvivenza della fauna locale. Il lotto 1 e 2 si presentano oggi completamente inerbiti e perfettamente integrati nell’ambiente circostante. Quest’opera ha richiesto importanti investimenti finanziari e un ingente impegno di risorse».