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“Ora la vita ha un altro valore. Tutto è più bello e importante”
Emilio De Mattio, 70 giorni in ospedale di cui oltre venti intubato in terapia intensiva
Non è una vittima del Covid Emilio De Mattio, tecnico di radiologia nonché assessore del Comune di San Vito. Non lo è, non solo perché è sopravvissuto dopo 70 giorni in ospedale di cui una ventina intubato e con una lunga riabilitazione davanti, ma soprattutto perché ha trasformato la vicenda vissuta in un’esperienza costruttiva.
“Quello che sta accadendo è potenzialmente una grande opportunità per le persone – spiega -. Qualcuno la saprà cogliere, altri no. E’ indubbio il dolore, così la sofferenza, il disagio e il dramma, ma se riusciamo in questi momenti a fermarci e porre attenzione alle troppe cose che normalmente ci sfuggono, che viviamo distrattamente e che ci rendono aridi e superficiali, allora tutto assume un altro significato. Essere stato così vicino alla morte, mi ha aiutato a capire quanto sia importante la vita e quanto bisogno c’è di umanità”.
De Mattio non parla con piacere dei giorni del ricovero. La notte ancora si manifestano gli incubi. La malattia lo ha coinvolto in modo veloce, aggressivo e doloroso. Molti sono stati gli episodi sgradevoli, il tempo infinito che non passava, il senso di essere in un altro pianeta e la paura. La voglia di tornare a casa, nel proprio letto, la voglia di riabbracciare moglie e figli, che ha rivisto per la prima volta in video chiamata dopo un mese e mezzo dall’ingresso in ospedale e dal vivo dopo due mesi e mezzo. Ma c’è anche un profondo senso di gratitudine per questa “seconda vita”. Verso le persone, medici, infermieri e soprattutto gli OSS che gli sono stati accanto e che si sono presi cura di lui.
“Una delle cose che mi ha stupito e segnato profondamente – prosegue De Mattio – è stata l’impressionante solidarietà dei miei concittadini. Ho scoperto e ritrovato persone meravigliose che si sono preoccupate per me e che mi hanno coccolato al mio ritorno con doni e telefonate. Mi sono sentito davvero molto amato e questo mi ha riempito il cuore”.
De Mattio racconta che ora la sua visione della vita è cambiata. Si è imposto di riconoscere cosa è prezioso e cosa non lo è: dedicarsi agli altri, ascoltare, aiutarsi, imparare a non giudicare, non criticare, a non entrare facilmente in conflitto.
La malattia ha lasciato i suoi segni. All’epoca (fine marzo) non si sapeva come curare i pazienti Covid, così anche su di lui sono stati fatti diversi tentativi che hanno causato dei danni sia a livello polmonare che neurologico. “Desidero tornare al mio lavoro e al mio impegno pubblico – conclude -, voglio mettermi al servizio delle persone e della comunità. Una delle cure più importanti che sto sperimentando è proprio il ritornare ad assaporare la vita, nutrirsi di propositività, tornare tra la gente, riscoprire il gusto delle cose vere: il rumore del vento, il colore di un tramonto e l’odore di una tazza di caffè”.