L’agricoltura è stata chiamata a svolgere un ruolo strategico: fornire materie prime e cibo

Coldiretti Pordenone, parla il presidente provinciale Matteo Zolin

La campagna non si ferma. Questo è stato lo slogan che ha caratterizzato il lavoro dei campì in pieno lockdown. Il settore primario anche in piena pandemia si è rivelato uno delle attività che anzi è stato strategico nel fornire cibo in un momento delicato non solo dal punto di vista sanitario e sociale, ma anche da quello economico e in definitiva nel rifornimento di alimenti.  “Senz’altro – commenta il presidente provinciale di Coldiretti Matteo Zolin-. Stiamo vivendo una fase complessa. L’agricoltura è stata chiamata a svolgere un ruolo determinante e strategico: fornire materie prime e quindi cibo”.

Il cibo è ritornato in primo piano?

Lo è sempre stato, ma ci eravamo dimenticati. In momenti di crisi come quello provocato dall’emergenza sanitaria il cibo è ritornato come l’agricoltura un bene primario un patrimonio della collettività.

Il Ringraziamento che cosa significa quest’anno?

Un momento di riflessione in più. Anche per parlare di sostenibilità, di ambiente.

Cioè?

Durante l’emergenza Covid oltre un italiano su quattro (27%) ha messo nel carrello più prodotti sostenibili o ecofriendly rispetto a prima della pandemia, con una svolta ambientalista resa possibile dal fatto che l’agricoltura italiana è diventata la più green d’Europa continuando a garantire la produzione di cibo sostenibile e di qualità nonostante le difficoltà causate dall’emergenza. L’acquisto di prodotti locali a chilometri zero ha riguardato più di 8 consumatori su 10 (82%) che preferiscono prodotti Made in Italy e tutto ciò significa sostenere l’economia, l’occupazione e valorizzare le risorse del territorio anche durante l’emergenza Covid.

Faccia un esempio di un nuovo modello di sviluppo?

Il primo lo già spiegato ed è la sostenibilità dove rientra, ma non solo, anche il biologico. Poi le faccio degli esempi: siamo leader sulla biodiversità, abbiamo il record sui prodotti con meno residui chimici, ma c’è anche il taglio record del 20% sull’uso dei fitofarmaci che al contrario aumentano in Francia, Germania e Austria.

Futuro?

Ripeto: sostenibilità e ambiante e poi agricoltura 4.0 di precisione. Rappresenta il futuro dei campi ed entro due anni mira a coinvolgere il 10% della superficie coltivata in Italia con lo sviluppo di applicazioni sempre più adatte alle produzioni nazionali su diversi fronti: dall’ottimizzazione produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi aziendali, dalla minimizzazione degli impatti ambientali con sementi, fertilizzanti, agrofarmaci fino al taglio dell’uso di acqua e del consumo di carburanti.