Veneto Orientale
Vendemmia tra bilancio positivo e sorprese
Vigneti simili ma dislocati a poca distanza hanno dato produzioni diverse
La raccolta delle uve, iniziata a fine agosto, si è conclusa nell’ultima settimana di settembre, con le uve a bacca rossa, che nel nostro Veneto orientale sono oramai una produzione residuale vista la predominanza delle uve bianche (Glera, Pinot grigio e Chardonnay su tutte).
Già a metà mese si era consumato il grosso della stagione vendemmiale e dunque questo consente di tracciare un primo bilancio.
Fatto indubbiamente di note positive, anche se non sono mancate le sorprese: vigneti simili per caratteristiche e varietà ma dislocati anche a poca distanza hanno dato, alcuni produzioni abbondanti, altri produzioni molto scarse. Anche per i tecnici non è facile trovare le cause di questo comportamento della pianta e sarà certo motivo di studio per i ricercatori.
La provincia di Venezia è la terza in Veneto (dopo Treviso e Verona) per numero di ettari di vigneto, e questi si concentrano quasi esclusivamente sul lembo orientale della provincia, in particolare tra i comuni di Annone Veneto, Portogruaro, Pramaggiore, dove il Prosecco è divenuto il primo tra i vini bianchi e ha surclassato la prima DOC del territorio, quel Tocai che perdendo il suo nome ha perso via via anche terreno (e non solo in senso figurato).
La meccanizzazione della raccolta, la trasformazione delle uve in cantina, i processi di vinificazione e conservazione che avvengono ormai in maniera sempre più attenta e tecnologicamente innovativa contribuiscono ad accrescere il livello qualitativo del prodotto finale.
Il lavoro in vigna, grazie a condizioni meterologiche e stagionali molto positive, ha favorito le aziende nel primo segmento del percorso che si compie dal campo alla tavola, passando attraverso la cantina. Per qualità, infatti, la vendemmia di quest’anno presenta delle uve con buone gradazioni alla pari del quadro della componente acida. Alcuni vini nuovi già in fase avanzata di fermentazione mostrano caratteristiche eccellenti per il profumo e per la pienezza del gusto.
La quantità: la produzione totale segna un meno 10% rispetto allo scorso anno. Questo vale per tutta la regione Veneto fatta eccezione della provincia di Verona dove si riscontra una super produzione.
I prezzi rispecchiano una tendenza in atto da tempo anche se dal mercato, secondo gli esperti, ci si aspettava qualcosa in più: si registra un aumento di valore dell’uva Pinot grigio e anche il vino nuovo ha ripreso interesse senza per altro realizzare grandi performance. Stessa cosa vale per le uve atte a Prosecco DOC. Le altre varietà, purtroppo rimaste marginali, hanno recuperato qualche centesimo.
Inutile dire che il mercato è fortemente condizionato dall’incognita covid19.
Le notizie che arrivano dal Regno Unito, nostro primo mercato europeo, hanno avuto un forte impatto sia nel mercato di Verona che si tiene al lunedì, che in quello del martedì a Treviso. Non sono diminuiti i prezzi ma sono fortemente rallentate le contrattazioni.