Domenica 27: Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato

"Come Gesù Cristo, costretti a fuggire" Sei coppie di verbi che invitano ad agire nel messaggio di Papa Francesco

Anche quest’anno il Santo Padre Francesco ha inviato un Messaggio in occasione della 106° edizione della Giornata Mondiale del migrante e del Rifugiato, indetta dalle Nazioni Unite.Il titolo del messaggio “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire”, ci permette di riconoscere nel migrante in fuga dalla persecuzioni, dalle guerre e dalla miseria, la presenza stessa del Signore Gesù.Un espressione molto forte in questi tempi, anche se non nuova, perché da sempre il Signore ha voluto identificarsi con i più piccoli, i più deboli i più vilipesi, e ci chiede con forza, a noi oggi, di riconoscerlo in loro.Il Santo Padre non poteva evitare di ribadire il suo pensiero su un tema a lui caro, che ha più volte affrontato nel corso del suo pontificato, quello delle migrazioni in generale, focalizzando l’attenzione in particolare sui migranti all’interno del proprio paese, un tema che a noi fa subito ricordare, le migrazioni dal nord est e dal sud degli anni sessanta e settanta, verso il “ricco” nord industriale.Papa Francesco lancia ai fedeli un sfida forte, che si concretizza nel coniugare sei coppie di verbi:Conoscere per comprendere: che mette in evidenza come spesso l’agire dei governanti e la percezione nella popolazione, derivi dalla non conoscenza di ciò che è in realtà il fenomeno migratorio, spesso usato per diffamare i migranti e rifugiati, ed instaurare diffidenza e paura. Quindi un invito ad attingere a fonti d’informazioni corrette e a diffidare di coloro che alimentano pregiudizi e diffidenza al fine di ottenere consenso.Farsi prossimo per servire: l’atteggiamento e le scelte del buon Samaritano, non sono per il credente un optional, ma sono identificative di chi vuole essere discepolo del Signore Gesù, anche se ciò può comportare rischi, e a questo proposito Francesco ricorda, ad esempio, gli operatori sanitari impegnati nella lotta al Covid -19.Per riconciliarsi bisogna ascoltare, è questa la strada per costruire un mondo migliore, più giusto e più vivibile per tutti. Fare silenzio in noi stessi, per ascoltare il grido di tutti i poveri, ed in questo il papa include anche quello del nostro pianeta Terra ammalato e sofferente.Nel resto del messaggio il papa ci invita ad essere coraggiosi e a non avere paura a promuovere una cultura di pace, attraverso la condivisione ed il coinvolgimento , collaborando per costruire nuove reti solidali, con gli uomini di buona volontà, per fare uscire l’umanità da questo tempo pervaso da oscure paure.Sono poche di questi tempi, anche perché spesso ignorate, le voci autorevoli che affrontano il tema delle migrazioni, con una visione realistica e veritiera, evidenziando non solo i nodi ed i problemi che sono insiti nel fenomeno, ma anche gli aspetti positivi che sono largamente superiori, e dei quali l’umanità intera ha sempre beneficiato, e che hanno contribuito in modo determinante al suo progresso.Il messaggio di Papa Francesco si conclude con una preghiera che invita le persone migranti ad avere coraggio e fiducia, e coloro che sono chiamati ad accogliere e proteggere, ad essere misericordiosi come il Signore Gesù.Diacono Paolo Zanet