Commento al Vangelo
Domenica 26 luglio, commento di don Renato De Zan
Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
26.07.2020. 17° domenica del tempo Ordinario
Mt 13,44-52
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «
Il Regno è simile a un tesoro, a una perla, a una rete
Tematica Liturgica
Nel mondo biblico l’ideale per l’uomo era vivere una lunga vita – c’era l’espressione “morire sazio di giorni” – essere ricco, avere una discendenza e sovrastare i propri nemici. Salomone, diventato re (siamo nel sec. X a.C.) non chiede a Dio una lunga vita, ricchezze, discendenza e supremazia, ma chiede “un cuore docile” e “il discernimento nel giudicare” (1° lettura, 1 Re 3,5.7-12). Il testo veterotestamentario è parecchio tardivo e le influenze sapienziali già si fanno sentire. Per questo motivo la richiesta di Salomone è piena di saggezza in opposizione a ciò che fanno e dicono molti uomini. Una sapienza simile si trova anche in Paolo che invita i cristiani di Filippi a pregare affinché il loro amore cristiano si arricchisca sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento per saper distinguere sempre il meglio (Fil 1,9-10). Un cuore docile, la conoscenza, il discernimento sono elementi fondamentali per poter capire l’importanza del Regno e sono realtà necessarie perché l’uomo sappia distanziarsi dai propri beni (cf il vangelo, Mt 13,44-52), capire che nel mondo dei valori esistono delle priorità, sapere che poi è necessaria una scelta per acquisire il campo del tesoro (che è il Regno) e la perla di grande valore (che è il Regno). Purtroppo, molto spesso l’uomo dice o fa cose senza discernimento (cf Gb 42,3), comportandosi in modo simile allo struzzo (cf Gb 39,13-17). Poiché l’adesione al Regno di Dio non è questione di sentimento o di moda, ma di discernimento, la colletta particolare prega il Padre dicendo: “Concedi a noi il discernimento dello Spirito, perché sappiamo apprezzare….il valore del regno, pronti ad ogni rinunzia per l’acquisto del tuo dono”. Gesù conosceva benissimo il concetto di Regno (= signoria di Dio) che avevano i suoi contemporanei. Per questo motivo Gesù non nega che il Regno verrà in futuro nella sua completezza (secondo la concezione dei contemporanei di Gesù), ma afferma anche che il Regno è già presente. Si è fatto vicino nella persona stessa di Gesù. In Lui la signoria di Dio è completa e in Lui c’è il progetto divino perché l’uomo si realizzi in tutta la sua pienezza. Accogliere nella propria vita la persona di Gesù è una scelta che l’uomo è chiamato a fare e, per scegliere, ha bisogno di un cuore docile, della conoscenza e del discernimento che derivano da Dio.
Dimensione letteraria
Al testo evangelico originale la Liturgia ha premesso l’incipit: “In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli” per chiarire chi sia il mittente e chi il destinatario, che non è più la folla. Il testo è suddivisibile in due momenti importanti. Il primo, Mt 13,44-50, comprende tre similitudini (chiamate popolarmente parabole), sempre introdotte da un’espressione fissa: “Il regno dei cieli è simile a…” (Mt 13,44.45.47). Si tratta delle similitudini del tesoro nascosto, della perla preziosa e, infine, della rete. Le prime due similitudini sviluppano il tema di “ciò che veramente è la realtà più preziosa”. La terza, come per la similitudine della zizzania, ha una tematica escatologica (“così sarà alla fine del mondo”). Il secondo momento, Mt 13,51-52 comprende un brevissimo dialogo che si conclude con un detto sapienziale. Il testo sapienziale finale presenta in modo velato la predicazione della chiesa primitiva: ripropone cose vecchie (A.T.) e cose nuove ( la persona di Gesù, la sua predicazione e le sue azioni).
Il primo e il secondo momento sono tra loro legati dall’espressione “regno dei cieli” (“Il regno dei cieli è simile a…” // “discepolo del regno dei cieli…”). Il mistero del Regno è preziosissimo ed è legato alla predicazione della Parola da parte della comunità cristiana.
Riflessione biblico-liturgica
a. Gesù presenta il contadino, un protagonista povero del mondo palestinese, e il mercante, un protagonista ricco. Ambedue fanno la stessa scelta, che è quella giusta per possedere ciò che è più prezioso (tesoro, perla).
b. Se il ricco e il povero sono equiparati, ciò di cui bisogna disfarsi è la “sete di possesso” (cf Col 3,5: l’ avarizia insaziabile che è idolatria), traducibile in tanti modi (la carriera, il prestigio, le idee, ecc.).
c. Nella similitudine della rete (cf il buon grano e la zizzania) c’è un messaggio forte: nel regno di Dio che si trova nella storia, convivono il bene e il male fino al giudizio ultimo. Solo allora sarà svelato il vero volto della comunità del Signore.