Cultura e Spettacoli
Quarantena, con prefazione di Papa Francesco
il coronavirus, la peste moderna, nelle baraccopoli argentine: il racconto del giornalista italo - argentino Alver Metelli, "attratto dalla testimonianza di padre Pepe".
Il coronavirus, la peste, ha colpito anche l’Argentina. Siamo in terra di Bergoglio, Papa Francesco, in una povera “villa”, così sono chiamate in Argentina le baraccopoli, le bidonville. Qui sei anni fa ha deciso di trasferirsi il giornalista italo – argentino Alver Metelli, “attratto dalla testimonianza di padre Pepe. Così poteva meglio realizzare, con gioia, la sua vocazione cristiana, maturata alla scuola spirituale di don Giussani” parole scritte da papa Francesco nella prefazione al volume “Quarantena – Quarantana: diario dalla peste in una bidonville argentina” (San Paolo Editore, formato E-book, testo spagnolo a fronte).Nella narrazione che Metelli fa della peste tra le catapecchie di Buenos Aires, tra poveri, drogati, alcolizzati, ragazzi di strada, donne violate, vecchi soli impariamo a conoscere meglio il Papa dei nostri giorni, sempre vicino agli ultimi, incurante di sfarzi e formalità, il Papa che parla di una chiesa “ospedale da campo”.”Ci farà bene leggere questo diario – scrive Francesco – la Cuarentena vissuta dove opera un gruppo di sacerdoti a cui voglio tanto bene”. E’ l’amore del Papa per i poveri che trasuda da queste parole.Dopo la prefazione di Papa Francesco e il prologo di Padre Pepe, il libro si sviluppa in forma di diario: quaranta giorni, quarantena, quaresima. E’ un racconto, a volte quasi assurdamente poetico, del popolo della villa. Primo giorno: il giornalista telefona a suo padre in Italia. Ha 97 anni vive a Riccione. A lui il coronavirus non fa paura, la sua vita “si avvicina al momento del grande viaggio”. Paragona alla seconda guerra mondiale, questo virus “pronto a entrare e ghermire chi ha molto vissuto”. In parallelo secondo giorno: “Arrivano i vecchietti”. Siamo nella “villa” e anche qui come in Italia Padre Pepe va a cercare gli anziani, i più esposti, procura loro letto, doccia, due pasti al giorno, tanta pulizia e affetto. Il racconto continua. Si fanno volontari tutti quelli che hanno perso un lavoro, pur precario, come i riciclatori di rifiuti. Preparano pasti caldi, borse della spesa. La radio, come da noi, trasmette in diretta la messa, il rosario, diffonde informazioni. Quante ferite tra questa gente, ma la Chiesa è il suo riferimento al punto che il Potere conta sui sacerdoti per convincere al distanziamento.Tra le tante storie citiamo Felicita, sei figli frutti di stupri, e tanta fede nella Madonna di Lujan. Guadalupe, quattro figli, aiuta le ragazze perché non abortiscano. Per loro Padre Pepe ha fondato la Casa del “Abrazo Maternal”. Sacerdoti, santi protettori, Maria e il popolo di Dio: tutti insieme nella vita e nella pandemia. Maria Luisa Gaspardo Agosti