Diocesi
Il Vescovo Pellegrini: la messa non è una concessione
"So che molti di voi siete tristi, perché impossibilitati a partecipare alla Santa Messa domenicale, ai sacramenti e alla fraternità e vicinanza della comunità. Non è una concessione che chiediamo, ma un diritto dei cristiani che, anche nelle persecuzioni della storia, hanno sempre desiderato e cercato di viverlo. Sarà una grazia e una forza per tutti».
«La S. Messa non è una concessione,
ma un diritto dei cristiani. Prego per i governanti»
Un forte appello ha rivolto il Vescovo Giuseppe Pellegrini ai governanti in preparazione della “fase 2”, «perché, nel pieno rispetto delle limitazioni necessarie per difenderci dal virus e per non diffonderlo, offrano ai cristiani la possibilità di vivere il giorno del Signore, radunandosi nelle Chiese».
Ad accogliere il Vescovo è stato il Rettore Fra Andrea Tommasi. Ha concelebrato anche il Vicario Generale mons. Orioldo Marson.
La preghiera dal Santuario Madonna di Rosa è iniziato con il collegamento su Facebook in diretta per la preghiera con la “Coroncina della misericordia”.
Nell’omelia il Vescovo ha offerto – in una sintesi – la seguente riflessione:
«In questa seconda domenica di Pasqua, domenica in Albis, celebriamo la festa della Divina Misericordia, istituita da papa Giovanni Paolo II nell’anno 2000. Nella preghiera iniziale, abbiamo chiesto al Signore che, nella sua grande Misericordia, aumenti in noi la fede Pasquale, per ricevere il frutto della vita nuova donataci dal Risorto. La liturgia della parola ci svela il cammino della misericordia, come dono di Dio e del suo figlio Gesù, capace di suscitare in noi un nuovo rapporto di amore e di solidarietà verso tutti.
Papa san Giovanni Paolo II, nell’omelia della canonizzazione di suor Faustina Kowalska, aveva precisato che con questo gesto, soprattutto nella ferita del cuore, Gesù fa scaturisce la grande misericordia che si riversa sull’umanità. Da quel cuore, suor Faustina, vedrà partire due fasci di luce che illuminano il mondo. I due raggi rappresentano il sangue e l’acqua. Il sangue evoca il sacrificio della Croce e il dono dell’Eucaristia, mentre l’acqua ricorda il battesimo e il dono dello Spirito Santo.
Questa scena evangelica ci è di aiuto per comprendere e vivere il nostro tempo. Ci troviamo ancora chiusi in casa, tristi e paurosi per l’epidemia che sta colpendo l’umanità intera, inquieti per il presente e per il prossimo futuro, addolorati per le persone morte e per i tanti ammalati, preoccupati per la tenuta sociale. Gesù bussa alla porta del nostro cuore e delle nostre case, ci offre la sua pace, riversando sull’umanità il suo amore misericordioso. Disse Gesù a suor Faustina: “L’umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla divina misericordia”. E san Giovanni Paolo II ci ricordava che la luce della divina misericordia illuminerà il cammino dell’umanità nel terzo millennio. Con questa pandemia, possiamo dire di essere entrati nel terzo millennio. Tante certezze accumulate fino ad ora, sono messe in discussione. ‘Andrà tutto bene’, se saremo capaci di imparare da questa prova, che il mondo deve cambiare. Non si può più vivere dimenticandoci degli altri e dei più deboli, delle distribuzione diseguale dei beni, dello sfruttamento sconsiderato delle risorse del pianeta, del pensare che siamo onnipotenti e che non abbiamo bisogno di Dio. Supplichiamo il Signore perché l’umanità si lasci raggiungere e pervadere dallo Spirito Santo, dono del risorto, e trovi opportunità nuove, come abbiamo visto accadere in questi giorni, per seminare carità, rispetto, solidarietà, fiducia e fede nell’amore e nella misericordia del Signore.
So che molti di voi siete tristi, perché impossibilitati a partecipare alla Santa Messa domenicale, ai sacramenti e alla fraternità e vicinanza della comunità. E’ vero che il Signore è presente nella sua Parola e dove alcuni sono riuniti nel suo nome! Ma è altrettanto vero, come ci ricordavano i martiri di Abitene che sine dominico, vivere non possumus! La fede ci è stata donata nella Chiesa ed è nella comunità cristiana riunita in assemblea che trova il suo sostegno e il suo alimento. Vi invito, carissimi tutti, a pregare, a supplicare il Sacro Cuore di Gesù, che oggi veneriamo in modo del tutto particolare in questo santuario, perché faccia sentire il flusso e la forza di salvezza e di amore che scaturiscono dal cuore trafitto, ai nostri governanti e perché, nel pieno rispetto delle limitazioni necessarie per difenderci dal virus e per non diffonderlo, offrano ai cristiani la possibilità di vivere il giorno del Signore, radunandosi nelle Chiese per la celebrazione dell’Eucaristia. Non è una concessione che chiediamo, ma un diritto dei cristiani che, anche nelle persecuzioni della storia, hanno sempre desiderato e cercato di viverlo. Sarà una grazia e una forza per tutti».