Cordenons, numeri stabili legati all’mergenza

Il Comune ha attivato una serie di servizi a domicilio grazie ai volontari della Protezione civile

La protezione civile ha diramato i numeri del contagio per il Comune di Cordenons alla fine del mese di marzo: 26 persone in quarantena, di cui 12 positivi, l’unico deceduto è un anziano di 84 anni per delle complicazioni dopo un malore. Rispetto alla situazione nazionale, i numeri cordenonesi lasciano sperare in una soluzione più rapida. Il virus si è diffuso poco ed è stato prontamente arginato. Anche il Sindaco Delle Vedove, seppur nuovamente positivo, sta meglio e mantiene l’isolamento. Per venire incontro alle molte esigenze della popolazione più fragile, anziani e minori, si è mossa da tempo la Protezione civile. Sono guidati dal capogruppo Gianni Vidali e coordinati dalla responsabile dei Servizi sociali, Tiziana Da Dalt. Finora si sono occupati di moltissimi servizi anche il se fronte del volontariato e della consegna a domicilio si sta allargando rapidamente. Hanno già svolto 45 servizi per consegna della spesa alimentare, ritiro farmaci o ricette negli studi medici, nelle farmacie, in ospedale a favore di persone anziane, con più di 75 anni, o comunque fragili. Nello stesso numero rientrano anche i viaggi effettuati per le consegne alimentari per conto delle due Caritas parrocchiali, che possono in questo modo continuare a sostenere le famiglie in difficoltà anche economica, e della consegna di quattro computer che la scuola ha prestato ad altrettanti studenti per seguire le lezioni da casa. Sono 600 i km percorsi con i propri mezzi per ricordare con degli altoparlanti di “stare a casa”. “Negli anziani notiamo molta apprensione, ma abbiamo sempre una parola di conforto. Spesso ci vogliono offrire un caffè, però siamo costretti a dire loro grazie, spiegando che i rigidi protocolli di sicurezza non lo permettono. Spesso vogliono offrire danaro, che ovviamente rifiutiamo perché siamo volontari e ci basta il loro sorriso”, spiega Gianni Vidali. Anche le aziende, i negozi e le attività hanno cominciato ad organizzarsi per lavorare a domicilio. La necessità è evidente: o si resta chiusi con tutti i problemi del caso oppure ci si organizza per mantenere l’attività produttiva. I primi ad aderire alla lista pubblica della consegna prodotti erano state alcune aziende agricole e alcune pizzerie che già lavoravano da asporto. In pochi giorni si sono aggiunte molte altre realtà, ad oggi 25. Si tratta anche di lavasecco, cartolibrerie, mercerie, gastronomie, panetterie e macellerie. “L’appello fatto ha avuto un’ottima risposta, tant’è che la varietà di prodotti forniti ci consente di dire che verrà dato un ottimo servizio ai cittadini interessati e che per i motivi più vari non possono o non vogliono uscire di casa. È anche questo un piccolo segnale dell’attivismo del nostro territorio e della voglia di mettersi in gioco anche nei momenti più difficili. Un grande ringraziamento da parte dell’amministrazione comunale; ovviamente la lista è aperta, se altri nei prossimi giorni volessero aggiungersi”, ha spiegato il Vicesindaco Raffin.