Scuola via internet, non tutto è semplice

Non tutti hanno gli strumenti o gli spazi adeguati. La buona volontà non basta sempre

Dopo un mese di chiusura delle scuole ricontattiamo i medesimi  docenti di scuole primarie di Pordenone, già sentiti telefonicamente nelle scorse settimane. Nelle classi in cui non erano iniziate le video lezioni i docenti si sono organizzati per renderle possibili. Molti infatti sono gli ostacoli: disponibilità di personal computer, smartphone, connessione alla rete, utilizzo di programmi specifici…Il rischio infatti è quello di escludere proprio gli alunni delle famiglie in situazioni di maggior bisogno. Il modello di didattica non potrà certamente essere più quello di prima: sarebbero impensabili videochiamate della durata di un’intera mattinata con alunni così piccoli. I tempi di attenzione sono limitati, ci sono fratelli impegnati contemporaneamente. Gli spazi delle abitazioni sono spesso limitati, con compresenze numerose, le famiglie vivono tensioni, manca il lavoro, situazioni di separazioni…Lo sforzo per realizzare una connessione totale che coinvolgesse tutti gli alunni di una classe è stato faticoso. Importante la collaborazione dei rappresentanti dei genitori e quella tra genitori.  Alcuni insegnanti hanno suddiviso la classe in due gruppi, contattati in momenti diversi, per rendere la comunicazione più efficace. Al primo incontro di saluto hanno partecipato tutti i docenti e oltre ai ragazzi anche i genitori per far sentire loro la vicinanza del mondo della scuola. Poi invece le lezioni si svolgono per disciplina. Sono state stabilite delle regole: il turno di parola, l’alzata di dito, le modalità di accesso alla piattaforma… Gli psicologici dell’educazione raccomandano un senso della misura, moderazione nell’assegnazione di attività didattiche, ascolto emotivo degli alunni, tempi non eccessivamente lunghi. Si è constatata l’importanza per gli alunni di rivedersi seppure su uno schermo, per sentirsi vicini. Le lezioni continueranno secondo questa modalità. Da alcuni testi fatti pervenire dagli alunni agli insegnanti e dai primi contatti video è emerso un grande desiderio di relazione, a dimostrazione che la scuola è relazione, come abbiamo già scritto riprendendo alcune riflessioni del prof. Alessandro D’Avenia. Riprendiamo da una lettera scritta da un bambino a un compagno: “Con queste belle giornate mi manca la lunga ricreazione del pomeriggio con tutti i miei amici. #Andrà tutto bene”.m.l.g.a.