11 marzo: alle nove di sera Conte blinda l’Italia

Sono le nove di era quando il premier Giuseppe Conte appare in tv e annuncia l'ulteriore serrata: salvo alimentari e farmacie tutti i negozi sono chiusi. Ci si muove solo per lavoro o per fare la spesa o per motivi di necessità Ci aspettano settimane con un unico ritornello: #iorestoacasa

Una nazione blindata dalle 21 dell’11 marzo. Il premer conte ha dato ascolto alle richieste di Lombardia e Veneto. Ma anche a quelle dei medici e infermieri di ospedali ridotti allo streguo delle forze e delle risorse. Il Coronavirus si sta mostrando in tutta la sua potenza: ben diversa da quella “solo un’influenza” che per qualche giorno era girata un paio di settimane fa.

Ora lo abbiamo capito. Ora ci fa paura.

e gli italiani già tra martedì 10 e mercoledì 11 lo hanno messo in atto, regalando scorci di città e paesi quasi deserti. Ma il guio è successo nelle settimane passate: troppo alla leggera lo si era preso.

Comunque sia queste le disposizoni dopo i 12.462 casi e 827 morti di mercoledì 11.

Chiudono tutti negozi, i bar e i ristoranti. Saranno limitati gli spostamenti delle persone alle esigenze indispensabili come la spesa e i farmaci. Le misure entrano in vigore dal 12 marzo al 25 marzo.

Conte ha dichiartao: “Ho fatto un patto con la mia coscienza: al primo posto c’è la salute degli italiani”

Annunciato anche l’arrivo di un commissario straordinario, con ampi poteri di deroga: si tratta di Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia che lavorerà coordinandosi con il dottor Borrelli e con la struttura della Protezione civile.

CHIUDONO

Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità. Chiusi i mercati su strada. Chiusi i bar, i pub, i ristoranti. E i servizi di mensa che non garantiscono la distanza interpersonale di un metro. Restano chiusi i reparti aziendali non indispensabili per la produzione: le industrie e fabbriche potranno continuare a svolgere le proprie attività produttive a condizione che assumano misure di sicurezza adeguate ad evitare il contagio. Si incentiva la regolazione di turni di lavoro, ferie anticipate, chiusura dei reparti non indispensabili.

APERTI

Le attività commerciali legate alla vendita di generi alimentari e di prima necessità, le farmacie, le parafarmacie, le edicole, i tabaccai: tutti devono far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Resta consentita la ristorazione con consegna a domicilio, nel rispetto di norme igienico sanitarie molto precise. Restano aperti i ristoranti nelle aree di servizio stradali e autostradali e nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti e negli ospedali. I servizi bancari, finanziari, assicurativi. Le pompe di benzina, gli idraulici, i meccanici e gli artigiani. L’attività del settore agricolo, zootecnico e di trasformazione agroaliMentare. Industrie e fabbriche- continueranno le proprie attività a condizione che proteggano i lavoratori con protocolli di sicurezza speciali.

MEZZI PUBBLICI

Potranno adattare il numero di corse per garantire solo i servizi minimi essenziali.

LA REGOLA

Conte ha ribadito che “la regola madre rimane la stessa: dobbiamo limitare gli spostamenti”, limitandoli a “motivi di necessità, emergenza, o per fare la spesa”. L’effetto di questo “grande sforzo”, ha detto Conte, “lo potremo vedere tra un paio di settimane”. Non prima.