Muccin, Paulini e D’Alessi: due convegni per tre vescovi

Li lega tutti e tre un filo d’oro: e per il tempo in cui vissero e per lo stile di sobrietà e dedizione alle anime che ebbero

Novembre, un mese di ricordi. Non solo, quando la morte è creduta passaggio alla Vita. È la fede cui educano il popolo di Dio loro affidato anzitutto i vescovi della Santa Chiesa. Lo hanno fatto splendidamente, con unanimi attestazioni, anche tre pastori che la diocesi concordiese ha molto amato: i suoi vescovi Paulini e D’Alessi, ricevuti in bellissimo regalo rispettivamente dalle chiese sorelle di Udine e di Treviso, e monsignor Muccin, presbitero che donammo alle vicine diocesi di Feltre e Belluno e vi fu a lungo vero “pastor bonus”. Li lega tutti e tre un filo d’oro, evidente per il tempo e i contesti in cui vissero ma specie per lo stile di sobrietà e dedizione alle anime che li contraddistinsero.

Mons. D’Alessi – che insieme al venerando e veneratissimo mons. Paulini, vescovo nostro per ventisei anni (iniziati 100 anni fa nel 1919), visse a Portogruaro nel tristissimo anno di guerra totale 1944-1945 – gli successe anche nella scuola di santità testimoniata con dedizione abnegata verso tutti che lo condusse a morte prematura e subitanea 70 anni fa, maggio 1949. Proprio nel momento in cui mons. Muccin, prete ordinato e poi di fiducia di Paulini, veniva scelto, indicato da D’Alessi, per l’episcopato: la sua consacrazione fu un evento a lungo ricordato a Pordenone, per l’incolumità della quale l’arciprete di San Marco tanto si era prodigato gli ultimi giorni di guerra riscuotendo consensi pure come parroco saggio, molto equilibrato, come fu poi da vescovo, ammirato moltissimo dal card. Roncalli e (tuttora) dal suo clero di Feltre e Belluno nel quale trovò don Albino Luciani.

Sono pochissimi ormai da noi quelli che hanno conosciuto questi pastori secondo il cuore di Dio, non molti sanno chi essi furono e meno ancora della loro statura morale e spirituale.

Due pomeriggi di novembre, a distanza di soli quattro giorni – l’uno (per Muccin) sabato 16 nella “sua” Pordenone, auspici la Società Operaia, cui il ricordato fu legato, e l’arciprete del Duomo mons. Quaia, successore di mons. Muccin, e con il patrocinio del comune; l’altro (per Paulini e D’Alessi) mercoledì 20 nella Portogruaro dei vescovi di Concordia, auspice l’Università della Terza Età e con il patrocinio della diocesi – offrono l’occasione di non dimenticare anzi di imparare. Anzitutto a essere cristiani innamorati figli della Chiesa. Loro lo furono, da par loro l’insegnarono, e ce l’insegnano.