Maltempo: spiaggia di Bibione devastata, Il Lemene invade la piazza di Concordia

 Allagamenti veneto orientale dal 13 al 17 novembre: la minaccia delle acque provenienti dal mare (acque alte), dal cielo (piogge), e da monte soprattutto dal Tagliamento e dal Livenza. La sofferenza del territorio dalla Valcellina a Pordenone. La Bassa a rischio esondazione di Livenza e Tagliamento; il Lemene ha invaso la piazza di Concordia

 Allagamenti veneto orientale dal 13 al 17 novembre: la minaccia delle acque provenienti dal mare (acque alte), dal cielo (piogge), e da monte soprattutto dal Tagliamento e dal Livenza.Le maree eccezionali di piazza San Marco a Venezia sono diventate il simbolo delle recenti e ripetute crisi idrauliche: 187 cm. martedì 12 novembre, 154 e 150 cm. nei giorni 15 e 17. Siamo forse dentro un mutamento dello scenario climatico perché fenomeni così ravvicinati non si erano mai registrati. L’acqua del mare nella notte tra martedì 12 e mercoledì 13, spinta da uno scirocco impetuoso, ha messo in crisi tutto l’Alto Adriatico dal Polesine a Trieste, erodendo profondamente le spiagge venete e friulane (Bibione, Caorle e Jesolo, nonchè LIgnano e Grado) e invadendo piazze e strade dei centri balneari; l’effetto marea è risalito lungo i fiumi (Lemene, Loncon-Malgher, Lugugnana) provocando una falla sull’argine del Lemene a Marango e l’erosione in più tratti della strada provinciale da Concordia a Sindacale, che corre sull’argine del canale Cavanella. La rottura del Marango è stata tamponata dal Genio Civile in 24 ore. Il Consorzio di Bonifica del Veneto Orientale, in allerta costante per l’intero periodo di crisi, ha registrato le tracimazioni lungo le difese a mare, su tutti i punti più depressi delle arginature lagunari di Caorle, lungo la Litoranea Veneta e i fiumi minori.Negli stessi giorni sono cadute piogge intense e persistenti, che a partire dal 13 e fino a domenica 17 novembre, hanno saturato i terreni e ingrossato i corsi d’acqua. La situazione più critica si è avuta lungo l’asta del Lemene con il massimo di piena domenica 17, in concomitanza dell’alta marea: a Concordia il fiume ha minacciato via Roma davanti il Municipio; a Portogruaro le acque hanno invaso la base dell’Oratorio della Madonna della Pescheria e l’accesso ai Molini; a Summaga il franco arginale del Reghena è stato quasi annullato dalla piena per diverse ore; la piazza del Municipio a Gruaro è stata allagata; altre piene a Portovecchio e San Nicolò; situazioni al limite nel resto del territorio (Teglio, Fossalta, Serrai, Pradipozzo, Lison, Loncon). Oltre al personale del Consorzio di Bonifica in allerta erano anche i volontari della Protezione Civile degli 11 comuni del Portogruarese.Il direttore del Consorzio di Bonifica, Sergio Grego, ha sottolineato che “questa ondata di maltempo ha evidenziato come tutti i lavori finanziati con i fondi per il ripristino dei danni causati dalla tempesta Vaia, e che il Consorzio si appresta ad avviare, intervengano nei punti critici nei quali si sono manifestati i problemi”.Nello stesso periodo è stata monitorata anche l’acqua dei grandi fiumi Tagliamento e Livenza. Il rischio alluvione è stato determinato dalle precipitazioni su Alpi e Prealpi Carniche, ma le piene sono state sempre sotto controllo. Il massimo del Tagliamento è stato registrato all’idrometro di Latisana (ponte della S.S. 14) nella mattinata di lunedì 18 con m. 8,50 e poi le acque hanno cominciato a decrescere e martedì 19 mattina sono scese a 5 m. Sul Livenza, a Meduna, si è registrata una piena massima attorno ai 5 metri ancora martedì 19. Lo stato di allarme è superato, ma l’allerta continua anche perché sono previste nuove precipitazioni. Antonio Martin

SPIAGGIA DI BIBIONE DEVASTATE (Franco Romanin)

  Passata la paura per l’eventuale esondazione del Tagliamento, con la piena che si è fermata all’altezza di otto metri sopra il livello normale, si contano purtroppo i danni provocati dal maltempo che ha investito tutto il territorio comunale. Impressionante la mareggiata a Bibione, dove il mare si è mangiato gran parte della spiaggia lungo il litorale. Danni enormi nella località balneare: rovinati diversi stabilimenti, chioschi e servizi ubicati lungo la fascia litoranea: milioni di euro serviranno per portare l’arenile com’era in precedenza. Non solo Bibione però ha dovuto fare i conti con due giorni di maltempo da incubo (specie venerdì 15 e domenica 17 novembre), con lo scirocco che ha soffiato, temporali e pioggia battente che ha portato allagamenti in varie zone del Comune.Il canale scolmatore Cavrato è esondato allagando la campagna nella golena; nella zona alta, campi e strade allagate a Villanova della Cartera e Malafesta e a sud a Terzo Bacino e nei pressi del Ponte della Bruna.Chiusa la strada regionale “jesolana” 42 che collega San Michele al Tagliamento a Lugugnana, con l’esondazione del canale “Fanotti” che ha allagato le campagne circostanti e isolando le abitazioni.Quaranta persone della Protezione Civile coordinate da Antonio Miorin, Vigili del Fuoco e agenti della Polizia Locale, sono stati impegnati per due giorni per monitorare la situazione e per chiudere strade allagate e successivamente per fare un primo bilancio dei danni subiti dal territorio e dagli immobili. Da rilevare che la mareggiata a Bibione ha provocato la mazzata finale sul litorale, con l’ennesima erosione della spiaggia. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia ha telefonato al sindaco Pasqualino Codognotto, chiedendo la descrizione della situazione e le criticità avvenuto nel Comune, dopo i giorni di maltempo.In considerazione degli ingenti danni subiti dalla spiaggia di Bibione, il sindaco Codognotto ha inviato due distinte lettere: la prima alla Regione per chiedere lo stato di calamità, vista la devastazione del litorale di Bibione; la seconda al Genio Civile Sistemi Territoriali e al Consorzio di Boniifica del Veneto Orientale, attraverso la quale ha chiesto un sopralluogo urgente per verificare i danni con gli allagamenti subiti a Bibione Pineda e via Baseleghe a causa dell’esondazione del canale navigabile “Litoranea Veneta”, dovuti alla fragilità dei suoi argini.

PORDENONE: chiuse anche le scuole e allagata la parte bassa della città (Maurizio Pertegato)

  Pordenone ha vissuto ore d’ansia per la piena di Noncello e Meduna che si è avuta nella mattinata di lunedì 18, quando il Noncello è arrivato a quota 7,60 metri, a poche decine di centimetri dalla fuoriuscita e sono state poste delle paratie, a scopo precauzionale, sul Ponte di Adamo ed Eva.Giorni prima, la Protezione civile regionale aveva diramato l’allerta rossa per tutto il Friuli Occidentale.Pordenone Nella città capoluogo, la Protezione civile comunale ha preparato 300 sacchi di sabbia da distribuire alle famiglie che abitano nelle case più esposte al Noncello e al Meduna tra Villanova e Vallenoncello e il Comune ha disposto l’evacuazione di cinque famiglie dagli alloggi Ater di via dei Molini, a poche decine di metri dal Noncello. Non c’è stata la paventata chiusura di via Rivierasca a Pordenone, mentre è scattato il piano di segnalazione telefonica nei confronti di 620 famiglie residenti nelle case più a rischio di Villanova, Vallenoncello e al Maglio.Una nuova allerta, di colore giallo e perciò minore, è stata emanata tra lunedì e mercoledì. Per la giornata di martedì 19 il Sindaco Ciriani ha disposto la chiusura di tutte le scuole cittadine, per prevenire problemi alla viabilità.Friuli Occidentale L’emergenza maltempo ha, comunque, messo a dura prova il Friuli Occidentale. E’ stata chiusa, per diverse ore, la strada regionale della Valcellina, dopo le piogge torrenziale dei giorni scorsi. Il record si è avuto proprio a Barcis, dove in 24 ore sono scesi oltre 180 millimetri di pioggia. Allagamenti, frane, rii esondati e strade chiuse in tutta la provincia. I volontari della Protezione civile e i sindaci hanno gestito emergenze in Val d’Arzino e Valcosa, da Valvasone Arzene fino al Sanvitese.Al lavoro con sacchetti di sabbia e idropompe anche a Polcenigo, Brugnera, Caneva e Prata di Pordenone. I Vigili del fuoco hanno gestito, lo scorso fine settimana, decine di soccorsi.Evitato il peggio perchè le dighe di Ravedis e Ponte Racli sul Meduna sono riuscite a svuotare gli invasi. In questo modo, gli scarichi sono stati inferiori a 800 metri cubi al secondo e i principali fiumi sono riusciti a sopportare le abbondanti precipitazioni